Nell’attesa che l’Unesco si pronunci nel merito della candidatura del territorio a patrimonio mondiale dell’umanità, il Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene alza l’asticella sul contenuto green delle sue bollicine. La nuova edizione del Protocollo Viticolo, che ha contribuito a diffondere negli anni i temi di sostenibilità agronomica nelle 178 aziende consorziate, ha infatti confermato la decisione dei 15 comuni della denominazione di eliminare l’utilizzo del glifosato dall’inizio del 2019 e sottolineato la necessità di utilizzare tecniche che prevedano la riduzione dei fitofarmaci in vigna.
Dal monitoraggio effettuato dal Consorzio per verificare le azioni di sostenibilità delle singole aziende, è emerso che 69 di esse effettuano interventi di sistemazione idraulico-agraria del terreno e azioni volte alla preservazione del paesaggio vitivinicolo. Inoltre, il numero di interventi di restauro e mantenimento del patrimonio architettonico è aumentato del 31% rispetto al 2011, vedendo la partecipazione di 48 imprese. Sono invece 84 le aziende che hanno investito in risorse energetiche rinnovabili, con un incremento del 30% nel confronto tra 2016 e 2011. E sono 108 le imprese che hanno adottato il riciclo dei materiali di scarto della produzione in vigneto, mentre il 90% circa delle aziende vitivinicole riutilizza i sottoprodotti della trasformazione dell’uva come ammendanti nella fertilizzazione del terreno.
La svolta eco riguarda anche il riutilizzo delle acque per la fertirrigazione dei vigneti (+26%) e il packaging, con il 73% della produzione docg in bottiglia confezionata con vetro alleggerito o costruita con vetro riciclato e con il 36% prevede la chiusura con capsule che utilizzano vernici all’acqua, mentre il 22% utilizza etichette ultrasottili e il 48% utilizza cartoni e imballaggi biodegradabili più leggeri e meno ingombranti.
Le ultime stime del Consorzio di tutela del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene indicano in 93 milioni il numero di bottiglie vendute nel 2017 per un giro d’affari di 521 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto al 2016.