“A fine 2014 il nostro fatturato era di 62 milioni di euro. Oggi si attesta a quasi 94 milioni di euro, segnando una crescita di oltre 50% in soli 5 anni”. Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, snocciola cifre importanti per l’azienda di Crocetta del Montello (Treviso), specializzata nella produzione dello spumante più richiesto del mondo, il Prosecco, che realizza nelle versioni doc e docg tra Veneto e in Friuli.
Nel 2018, Villa Sandi ha fatturato 93,9 milioni di euro, mettendo a segno un balzo dell’8,6% rispetto all’esercizio precedente. Il giro d’affari dipende per il 60% dall’export, che però mostra un ritmo di crescita abbastanza allineato a quello dell’Italia (+8%). E se l’Europa, destinazione ormai consolidata per le bollicine di Villa Sandi, evidenzia progressi limitati al 2%, il vero passo in avanti dipende dal business extra Ue, aumentato del 20% grazie ai risultati realizzati tra Stati Uniti, Canada, Australia, Russia, America Latina (con il Messico in testa) e Nuova Zelanda.
“Un risultato straordinario, ottenuto grazie ai costanti investimenti fatti a favore di una viticoltura sostenibile e attenta alla biodiversità, e a tutela della qualità del prodotto finito che arriva sulle tavole dei nostri clienti”, commenta Moretti Polegato. Nel 2018 Villa Sandi ha investito 8,9 milioni di euro (quasi il 10% dei ricavi) nell’ampliamento dello stabilimento di Crocetta del Montello e nella costruzione di una nuova linea di imbottigliamento 4.0. Il sito produttivo trevigiano sta procedendo intanto verso la totale autonomia energetica, traendo l’elettricità necessaria dalla centrale idroelettrica e dai pannelli fotovoltaici dell’azienda.
Villa Sandi ha inoltre acquisito, negli ultimi anni, diversi terreni coltivati a vigneto in posizioni ottimali e pregiate. Oggi la società dispone di 160 ettari distribuiti tra l’area del Prosecco doc, le colline di Asolo, le vigne storiche di Valdobbiadene e nella sottozona di Cartizze che, secondo i dati pubblicati nell’ultimo numero di Pambianco Magazine Wine&Food, è inferiore soltanto ai cru di Barolo per valore economico all’ettaro.