Anno d’oro per il pokè in Italia, che si consolida sempre di più come food trend nel Belpaese. Nel primo semestre dell’anno, il piatto hawaiano ha registrato un giro di affari di 328 milioni di euro, segnando una crescita del 117% sul 2021, quando i ricavi avevano raggiunto i 151 milioni. Un aumento che, secondo i risultati rilasciati dal report ‘Il mercato del Pokè in Italia’ di Growth Capital, ha toccato anche i punti vendita, passati da 378 a 820.
Secondo le stime, il Belpaese supererà il valore di mercato di 689 milioni di euro nel 2026 con un Cagr 2022-2026 del 20,4% e oltre 1700 punti vendita su territorio nazionale.
Intanto, la quota di mercato del pokè è frammentata. Il 57% dei punti vendita in Italia è formato da store singoli e indipendenti, mentre il 43% è concentrato in un numero ristretto di catene, come, per esempio, I Love Poke, con il 15% di market share e 120 store; seguito da Poke House, con il 7% di market share e 56 store. Poi seguono altre catene di dimensioni minori con numero di unità tra le 15 e le 35.
Cartina tornasole dei risultati di Growth Capital, sono i dati riportati, per esempio, da Just Eat e Deliveroo. La prima piattaforma ha registrato ordini nei primi sei mesi del 2022 per oltre 298mila kg, mostrando un trend in crescita rispetto agli oltre 388mila kg ordinati in tutto il 2021. Incremento riportato anche da Deliveroo, che ha segnato nel secondo trimestre del 2022 una crescita degli ordini del 73 per cento.