Nicola Cesare Baldrighi lascia dopo 21 anni la presidenza del Consorzio di tutela del Grana Padano dop, che nel 2019 si è confermato come il prodotto a denominazione di origine protetta più consumato al mondo con oltre 5,1 milioni di forme (+4,7%), di cui più di due milioni sono state destinate all’export. L’annuncio della fine di questa lunghissima presidenza è arrivato durante la 21ª assemblea generale del Consorzio che si è tenuta il 19 giugno alla Fiera di Verona.
Un’assemblea nel corso della quale sono stati presentati i provvedimenti presi dal cda per far fronte alla crisi post Covid-19: un calo del 3% della produzione, l’acquisto di 120mila forme da parte del consorzio per i mesi di novembre-dicembre 2019 e gennaio-febbraio-marzo 2020 da portare a “Riserva 20 mesi” e a “Riserva Gold 24 mesi”, che quindi saranno rimesse sul mercato alla fine del periodo di 12-18 mesi prima individuato, e infine il sostegno agli enti caritatevoli attraverso i bandi pubblici Agea incrementati del 15-20% di stanziamento diretto del consorzio per un totale auspicato di 70-80 mila forme destinate agli indigenti.
Durante l’assemblea è stato eletto il nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio, che resterà in carica fino alla primavera 2024. La categoria caseifici produttori vede 5 nuovi membri sui 21 eletti: Gianmaria Bettoni, Filippo Colla, Giovanni Guarneri, Andrea Merz e Luigi Giovanni Sala.
Restano invariati i 6 consiglieri della categoria stagionatori: Antonio Auricchio, Alberto Dall’Asta, Laura Maria Ferrari, Nisio Paganin, Michele Miotto e Renato Zaghini. Nelle prossime settimane, il Consiglio si riunirà per nominare il nuovo presidente del Consorzio.
“Il nostro obiettivo, oggi, deve essere il contenimento produttivo, adeguandoci agli inevitabili minori consumi che derivano dalla contrazione del canale horeca”, ha affermato Baldrighi. Aggiungendo: “Lascio la guida del Consorzio pieno di soddisfazione per quanto, insieme agli associati e alla grande squadra del Consorzio, abbiamo fatto insieme. La parola d’ordine che ci ha accompagnato in questi anni è stata ‘coesione’, grazie alla quale siamo riusciti a portare avanti politiche coraggiose e vincenti, come la definizione dei ‘piani produttivi’, che soprattutto all’inizio, sono stati strumenti difficili da comprendere ed applicare ma che, grazie alla fiducia da parte di tutto il nostro sistema, abbiamo posto in essere incrementando la produzione in modo razionale, al fine di perseguire il giusto equilibrio fra domanda ed offerta”.
La Germania, con un incremento del 5,6%, si conferma il primo mercato per le esportazioni di Grana Padano dop, precedendo la Francia con 231.188 forme (+4,44%) e gli Stati Uniti con 167.852 forme (+9%). La produzione si è divisa per il 37,25% a favore delle industrie e per il 62,75% delle Cooperative. Guardando alle aree geografiche, si evidenzia che la provincia di Mantova con 28 caseifici ha prodotto il 29,38% del totale annuo, seguono Brescia con 29 caseifici e una produzione del 23,03%, Cremona con 9 caseifici il 17,30%; Piacenza con 20 caseifici l’11,38%.