Nel 2018, le prime dieci aziende del vino italiano hanno incassato 2,42 miliardi di euro, con un aumento del 5% rispetto all’esercizio precedente. Lo studio di Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati degli ultimi 12 mesi, pubblicato sul n.2 di Pambianco Magazine Wine&Food in uscita per Vinitaly e anticipato ieri da Affari&Finanza di Repubblica, conferma la leadership di Cantine Riunite & Civ, con 616 milioni di euro contro i 594 del 2017. Al secondo posto con 236 milioni si piazza Caviro e al terzo posto, con 220 milioni di euro (+11%), sale Fratelli Martini, superando Antinori e Zonin1821.
La classifica dei produttori di fascia alta vede svettare invece Antinori, con 213 milioni contro i 202 dell’anno precedente, e a seguire Frescobaldi con 119 e Lunelli/Ferrari con 101. La specifica graduatoria degli specialisti dello spumante si apre con Fratelli Martini e a seguire La Marca con 140 milioni (dieci in più del 2017) e Lunelli/Ferrari. In generale, la spumantistica continua a trainare i conti del vino italiano: se l’incremento medio delle società di fascia alta è stato del 3% ed è sostanzialmente reso possibile dalle performance superiori di Antinori e Frescobaldi, mentre i produttori commerciali hanno ottenuto una crescita del 5%, per gli specialisti dello sparkling il balzo è arrivato fino a quota 8 percento.
Questo risultato positivo per i big del vino italiano, come hanno ricordato diversi produttori intervistati sul numero in uscita di Pambianco Magazine Wine&Food, è stato raggiunto in un anno difficile per il comparto wine, condizionato in negativo sia dal rallentamento della crescita in alcuni mercati strategici (compresa la Cina, che è la vera promessa futura) sia soprattutto dalla scarsa raccolta del 2017, anno della gelata prima e della siccità poi. E se le prime indicazioni per il 2018 sono decisamente positive sul versante dell’offerta, con più quantità ma anche con l’inevitabile calo del prezzo medio per eccesso di disponibilità, dall’altro le incertezze legate ai mercati internazionali non si sono ancora sbloccate, a cominciare dal rischio di una Brexit senza accordo che potrebbe creare grossi problemi soprattutto alla spumantistica e al Prosecco. Un buon segnale sta arrivando invece dal mercato interno: l’Italia, dopo anni di calo, sta ripartendo grazie al contributo della ristorazione.