Per i suoi 120 anni, Casa Vinicola Sartori si regala una nuova linea di vini con packaging dallo stile vintage. Le referenze della linea dell’anniversario dalla fondazione sono un Valpolicella Superiore doc, un Valpolicella Ripasso Superiore doc e un Amarone della Valpolicella Classico docg. Occorrerà attende un paio di mesi prima di degustare queste novità, ma intanto a Verona, nella sede di Sartori, si brinda ai risultati dell’anno in corso, decisamente positivi.
“Siamo molto contenti – spiega a Pambianco Wine&Food il presidente Andrea Sartori, che è anche a capo del Consorzio di tutela della Valpolicella – e credo che arriveremo a chiudere l’anno con una crescita compresa tra il 12 e il 13% sul 2017. Ripasso e Amarone trainano i conti, in Italia e all’estero. Inoltre, negli Stati Uniti sta andando molto bene la nostra linea Love Story, in distribuzione da gennaio, che presto sarà veicolata anche da una app specifica”.
Casa Vinicola Sartori produce oltre 16 milioni di bottiglie, per l’80% esportate, e nel 2017 ha fatturato 48,3 milioni di euro. Opera in stretta collaborazione con la Cantina Sociale di Colognola ai Colli (Verona), che dalla fine degli anni ’90 è divenuta una sua partecipata al 60 percento. Dispone oggi di 2.300 ettari di terreni di cui 25 ettari di proprietà, 15 in affitto e 80 gestiti da conferenti storici da oltre mezzo secolo.
Gli investimenti in atto, spiega Sartori, sono “puramente tecnici e vanno dagli interventi strutturali, come quelli in cantina o in depurazione, all’aumento delle superfici per appassimento uve. In prospettiva vedremo come operare, ma in cima all’agenda c’è sicuramente il tema del digitale. Nel settore vino è ancora dominante il peso del canale gdo, dal quale nel nostro caso dipende l’80% del fatturato Italia e un 50-60% di quello complessivo, e le trasformazioni in atto, con il rafforzamento degli hard discount, si traducono spesso in un gioco al massacro. Molti di noi cercano di capire come poter arrivare direttamente al consumatore finale, per liberarsi almeno parzialmente da questo giogo, ma non è semplice. Il cambiamento in atto è veloce e noi del vino siamo in ritardo rispetto ad altri settori merceologici”.