Virano in positivo marginalità e redditività per High Quality Food, capofila dell’omonimo gruppo attivo nella produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti alimentari di alta gamma, prevalentemente per il mercato horeca. Dopo aver chiuso il 2021 con un fatturato oltre 16 milioni di euro, ma con ebitda ed bbit in negativo (rispettivamente -1,3% sul volume d’affari e -5% sul volume della produzione), la SpA dell’agroindustria – che a giugno ha chiuso la quotazione su Euronext Growth Milan – torna a crescere nel primo semestre 2022 con un passo più deciso anche rispetto al pre-Covid.
Pur nella difficoltà di riportare i dati comparativi con il 2021 (la società ha avviato le negoziazioni a giugno 2022), dalla relazione semestrale consolidata al 30 giugno 2022 approvata dal Consiglio di Amministrazione emerge infatti un quadro di ripresa rispetto ai fondamentali.
A giugno 2022 il valore della produzione si assestava a 9,6 milioni di euro (ricavi da vendite per 8,5 milioni), a fronte di un valore della produzione di poco superiore ai 16 milioni nell’intero esercizio 2021.
L’ebitda su base semestrale è positivo per 0,6 milioni di euro rispetto al dato annuale 2021 che era a -0,2 milioni, portando l’ebitda margin al 6,3% del volume d’affari, in consistente miglioramento rispetto all’esercizio 2021 (-1,3%), ma anche alle performance annuali pre-Covid del gruppo (5,8% a fine 2019).
“La marginalità del gruppo – riferiscono da Hqf – è migliorata sia per la minor incidenza dei costi fissi al crescere del fatturato, sia per la maggior competitività dei prodotti”. L’aumento delle materie prime alimentari derivato dal conflitto in Ucraina ha infatti permesso al gruppo, puntando su prodotti di alta gamma di filiera italiana, di incrementare la propria posizione competitiva.
Anche l’ebit su base semestrale – pari a 0,5 milioni di euro – è in miglioramento rispetto al dato annuale 2021 di -1 milione di euro; l’ebit margin si assesta dunque al 4,8% sul valore della produzione, in miglioramento sul -5% di fine 2021 e anche sui valori pre-pandemia (4,2 per cento).
L’utile consolidato al 30 giugno passa dunque in positivo (0,22 milioni), virando rispetto al risultato annuale 2021 che era stato negativo per 1 milione.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati relativi al primo semestre – rimarca Simone Cozzi, fondatore, presidente e AD di High Quality Food – che evidenziano il ritorno del fatturato ai livelli pre-pandemia, un significativo aumento della redditività e dei margini in un trend che permane in crescita. Risultati, che confermano le solide basi, la chiara visione strategica del gruppo e un business model di successo malgrado lo scenario macro-economico ancora altamente volatile”. Un percorso di sviluppo compiuto “grazie anche alla quotazione in Borsa”.
Le incertezze legate alla crisi energetica in atto impediscono previsioni chiare sull’evoluzione del mercato del food service – si specifica nella semestrale di Hqf – ma, nonostante questo, “la politica di sviluppo dei segmenti B2B e B2C del gruppo dovrebbe consentire di proseguire il percorso di crescita nonostante le incertezze a livello macroeconomico”.
In particolare il caro-energia ha indotto Hqf a rivalutare il modello di business dei punti vendita diretti (Hqf Store e Macelleria Hqf). “Il management ha rielaborato il format – riferisce la relazione – integrando in un unico punto vendita la macelleria, la vendita e la somministrazione”. È stato inoltre rivisto il piano delle aperture “puntando su un numero più ridotto di locali, ma con potenziale maggiore per ciascun punto vendita”. Sono in corso trattative avanzate per aperture in quattro location di pregio (due a Roma, una a Milano e una a Londra) previste tra dicembre 2022 e aprile 2023.