L’italiano non sa rinunciare all’hamburger. Ad affermarlo è Doxa, che ha condotto un’inchiesta secondo la quale il 97% degli intervistati afferma di essere un consumatore abituale, quasi un italiano su tre dichiara di mangiarlo praticamente tutti i giorni e oltre l’80% di consumarlo almeno una volta al mese. Insomma, un plebiscito. Crescono anche i consumi in casa, con un picco che si focalizza sulla domenica sera con un ordinativo che raddoppia anno dopo anno. E si moltiplicano i brand legati all’hamburger. A partire da Milano.
All’ombra del Duomo, se fino a qualche anno fa c’è stato un calo di aperture di hamburgerie per cedere il passo a kebab, proposte di insalate e toast, dal 2019 si è verificata un’inversione di tendenza, continuata nei primi mesi del nuovo anno. Hanno infatti aperto Different Burger (con il secondo punto vendita in via Giambellino) e che ora si prepara al franchising, e PanB con la quarta apertura in Corso Garibaldi (dopo Vimercate, Verona e Orio Center). A breve dovrebbe raddoppiare la quota milanese Fud Bottega Sicula in via Casale, con i suoi hamburger che parlano un “inglese italianizzato” e contengono solo ingredienti 100% siciliani da piccoli produttori, che ha deciso di investire nel gluten free, ma forse ampliano anche la loro quota in Sicilia, dove sono già presenti a Catania e a Palermo. Lo scorso anno, inoltre, è sbarcata a Milano la catena americana Five Guys, che ha aperto in corso Vittorio Emanuele.
Intanto Ham Holy Burger è arrivato a quota quattro a Milano (rispettivamente in Via Palermo 15, Viale Bligny 39, Via Marghera 34 e Via Durini 28). L’hamburger di razza Chianina de La Toraia della bottega di Enrico Lagorio ha aperto prima al Mercato Centrale di Firenze, poi a Roma, e chissà che non lo troveremo presto anche a Milano (aprirà il prossimo 8 aprile nel nuovo Mercato Centrale di via Sammartini). Burger Bar Grill ha aperto recentemente a Roma dopo il successo riscontrato a Salerno e Avellino, puntando tutto sull’hamburger personalizzato, scegliendo tra 8 tipi di pane e 13 burger. Sono quattro le insegne di L’Hamburgheria di Eataly, format creato con La Granda, l’associazione che raggruppa i produttori di razza bovina piemontese, presidio Slow Food: le troviamo a Verona, Parma, Torino e Lucca. A Milano intanto proliferano le insegne di Burgez: ne esistono già otto, e la nona sta per arrivare sulla piazza di Torino.
E poi c’è il vegan trend. Burger King ha appena lanciato Rebel Whopper, Flower Burger, la catena di hamburger vegetariani made in Italy, nata appena nel 2015 con due punti vendita a Milano, è arrivata a quota 12 in Italia, aprendosi al franchising e all’estero (presente ora a Marsiglia e Rotterdam).
E come Chef Express (Cremonini) spopola in tutta Italia e non solo con i suoi Roadhouse (con tanto di fiore all’occhiello per il loro burger), così TBSP, acronimo di The Bbq&Smoke Project, è l’emanazione del gruppo Galli, distributore di carni nel centro Italia, e hanno aperto a Ponte Milvio, si sono espansi con un banco al mercato di Testaccio, un’ape car gira per la capitale ed è prevista una prossima apertura nel quartiere di San Giovanni Laterano.
Intanto Nestlè è sbarcato sul mercato con Incredible Burger, il burger vegetale che confonde anche i consumatori, il cui sapore non si discosta da quello del classico hamburger.
di Camilla Rocca