Il mercato della grappa italiano presenta luci e ombre. Se l’export vede una crescita importante, i rincari minacciano le marginalità. Secondo l’analisi di Nomisma in occasione dell’Assemblea Annuale di AssoDistil, nel primo semestre del 2022 l’export della grappa ha toccato i 28 milioni di euro, contro i 24 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, che si traduce in +17% in valore e +9% in volume. Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa vi è la Germania, che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore, seguita da Svizzera (14%), Austria (12%), Usa (3%) e Spagna (2 per cento).
“I dati sull’export sono incoraggianti”, ha spiegato Cesare Mazzetti, presidente di AssoDistil. “Il filo diretto che ci lega ai lavori che sta portando avanti la Commissione europea per riformare il testo unico delle indicazioni geografiche va proprio in questa direzione: rendere la filiera delle nostre aziende sempre più competitiva”.
Tuttavia, il mercato dei distillati si trova a fare i conti con la crescente inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime ed energetiche. Secondo i dati di Format Research, la metà delle imprese del settore lamenta un incremento dei prezzi e servizi di energia elettrica e gas superiore al 40% accanto all’aumento dei costi delle materie prime per i quali un’impresa su quattro ha registrato rincari superiori al 20 per cento. Per fronteggiare questi aumenti, l’86% delle imprese dei distillati ha rivisto o prevede di rivedere al rialzo i prezzi praticati, mentre l’80% ha valutato o sta valutando nuovi fornitori.
Con riferimento alla distribuzione nazionale moderna, nei primi sei mesi dell’anno si assiste, invece, a una contrazione delle vendite di grappa del 7% rispetto al primo semestre del 2021 e anche dell’e-commerce con una diminuzione dei valori venduti del 15 per cento. In entrambi i casi si tratta di dinamiche che sono trasversali all’intero comparto beverage: nel medesimo periodo si riducono infatti anche le vendite in Gdo di vino (-6%) e spirits (-3 per cento).
La riduzione degli acquisti di grappa nel canale retail, fisico ed online, è da ricondurre in primis alla forte ripresa dei consumi nell’Horeca. A conferma di ciò, nel primo semestre le vendite nel canale Cash&Carry hanno registrato una crescita di ben il +31% rispetto al 2021.