A piccoli passi, cresce l’export del vino italiano negli Usa, primo mercato di destinazione delle etichette made in Italy. Nel 2016, secondo l’Italian Wine & Food Institute, la quantità esportata di vini da tavola è in leggero calo (-0,5%), mentre il valore è aumentato del +3,1% per un controvalore di 1.33 miliardi di dollari.
Il valore dell’export italiano sale a circa 1,8 miliardi di dollari considerando spumanti, vini liquorosi vermouth. Le bollicine, in particolare, hanno registrato un altro anno record con un incremento del 30,8% in quantità e del 36,4% in valore, pari a 353,4 milioni di dollari contro i 259 dell’anno precedente.
La performance italiana è in linea con l’andamento del mercato americano, che importa vino per un valore complessivo di poco superiore ai 4 miliardi di dollari, con un progresso del 2,8 in valore e dello 0,3% in quantità sul 2015. L’Italia si conferma in vetta tra gli esportatori di vino negli Usa, con il 33% in valore ed il 29% in quantità, davanti a Francia (seconda per valore e quarta per quantità), Nuova Zelanda e Australia; i primi quattro Paesi valgono complessivamente il 75,3% dell’import vinicolo statunitense.
Alla stabilità delle esportazioni italiane ha fatto riscontro il decremento delle esportazioni da Australia (-13,6%) e Argentina (-26%) e il contemporaneo incremento dal Cile (+19%) e dalla Nuova Zelanda (+14%). Quanto alla Francia, il progresso fatto segnare nel 2016 è pari al 12% e il valore per bottiglia è il più elevato in assoluto, nove dollari al litro contro i cinque dei vini italiani.