Vittorio Moretti, presidente del consorzio per la tutela del Franciacorta, parla di “risultati entusiasmanti”. Nel 2016 sono state vendute 17,4 milioni di bottiglie prodotte dalle aziende della denominazione bresciana, che cresce in Italia e soprattutto nell’export dove tutto o quasi è ancora da costruire, ma il percorso è ormai stato avviato.
Lo scorso anno è stato caratterizzato dall’apertura di una nuova pista per le vendite dello spumante metodo classico più importante d’Italia, quella scandinava: in Norvegia la crescita ha sfiorato il 250% e in Svezia siamo oltre il +500%, per quanto i volumi siano ancora esigui. Tra i mercati che contano, va segnalata la performance del Giappone, prima destinazione estera del Franciacorta docg, che cresce del 16% e oggi pesa per il 22% sulle esportazioni complessive, davanti a Svizzera (15,2%) e Germania (12,4%). Quest’ultimo mercato è in netta ascesa, con un progresso anno su anno del 24%, e ha superato gli Stati Uniti nella classifica delle destinazioni estere.
Tra i vari prodotti, il mercato sembra particolarmente orientato verso il satèn, tipologia esclusiva della Franciacorta, che evidenzia un incremento del 14%. In evidenza anche il rosè, +12% sul 2015.
“Il mercato – afferma Moretti in una nota – sta riconoscendo ai produttori la giusta notorietà del Franciacorta, nato da un disciplinare di produzione unico, che ne è prerogativa fondamentale. Il Franciacorta rappresenta oggi un punto di riferimento per il consumatore che vuole vivere un’esperienza di assoluto prestigio, sinonimo di qualità superiore, cultura e tendenza”.
Le attività del consorzio per l’anno in corso sono rivolte soprattutto alla promozione nel territorio, con il Festival Franciacorta d’Estate (17-18 giugno) e quello in cantina del 16-17 settembre, e agli appuntamenti itineranti previsti in Italia a Pesaro, Vicenza e Roma, mentre all’estero ci saranno due eventi in Svizzera a Zurigo e Lugano, uno a Monaco di Baviera e uno a Londra.
Intanto va avanti il progetto di conversione a produzione biologica dei vigneti nel territorio. La superficie attualmente bio-gestita è di 965 ettari, con altri 900 circa in fase di conversione e che, una volta ultimata, porteranno al 65% la quota della superficie vitata complessiva a coltivazione biologica.