Il bio conquista quote di mercato e a beneficiarne sono i produttori specializzati. È il caso di Gino Girolomoni Cooperativa Agricola, società fondata da un nome storico dell’agricoltura biologica, quello del compianto Gino Girolomoni (fu anche fondatore di Alce Nero), e oggi portata avanti nelle Marche dal figlio Giovanni Battista Girolomoni. La produzione è focalizzata sulla pasta.
Lo scorso anno, il fatturato è aumentato del 10% portando il giro d’affari dell’azienda a 12 milioni di euro. In evidenza l’export, da cui dipende l’81% del turnover complessivo, con forti aumenti avvenuti verso Francia e Stati Uniti. Intanto cresce anche l’Italia. Nel 2012, spiegano in azienda, le vendite all’interno erano pari a 800 mila euro, mentre nell’esercizio appena concluso hanno raggiunto i 2,2 milioni di euro.
“L’obiettivo – sottolinea il presidente della cooperativa – è ora quello di proseguire la tendenza virtuosa, privilegiando quelle realtà che sappiano riconoscere il valore di ciò che produciamo. A tale proposito fa piacere constatare anche una notevole crescita sul mercato interno, segno che il consumatore italiano è sempre più esigente e culturalmente preparato a individuare il valore aggiunto della nostra proposta, così come avviene in diversi Paesi d’Europa e oltreoceano”.
Girolomoni è oggi una cooperativa di 200 agricoltori e 50 dipendenti, specializzata nella produzione di pasta esclusivamente biologica. Produce anche altri cereali e legumi, commercializzando con il proprio marchio riso, sughi e passate di pomodoro, olio extravergine di oliva, creme di frutta, aceto balsamico di Modena e couscous.
“Abbiamo oggi un ambizioso progetto per chiudere la filiera e divenire l’unica realtà in Italia a controllare tutto il percorso del nostro grano, dal campo alla tavola – conclude Giovanni Battista Girolomoni – e nei prossimi giorni daremo comunicazione ufficiale di questa grande novità, che caratterizzerà lo sviluppo industriale della Girolomoni per i prossimi anni”.