Dopo l’annuncio dello scorso novembre, è ora ufficiale e operativa la partnership che vede insieme anche in Italia due big player dell’universo delivery come Getir e Just Eat. Un’operazione che arriva a due mesi di distanza da un altro annuncio importante per questo dinamico settore, vale a dire l’acquisizione, da parte dall’azienda turca, del suo concorrente Gorillas, la start up tedesca che aveva abbandonato lo stivale nell’estate del 2022.
Nel giro di poco più di sei mesi la geografia dell’universo delivery è drasticamente cambiata e sta ora cercando di inseguire l’obiettivo di trovare un percorso sostenibile e, soprattutto, redditizio. Dopo la grande bolla che ha investito questo settore, gonfiatasi probabilmente a dismisura durante la pandemia, e ora se non proprio esplosa, quanto meno in via di riduzione, siamo probabilmente entrati in una fase di assestamento, come sottolineato anche nell’editoriale dell’ultimo numero di febbraio/marzo di Pambianco Magazine Wine & Food.
Questa nuova partnership, si legge nella nota congiunta delle due aziende, consente ai 3 milioni di utenti di Just Eat in Italia di poter comprare anche i 2.000 prodotti in vendita su Getir, quanto meno nelle tre città dove è presente questo servizio, ovvero Milano, Roma e Torino. L’accordo fa parte di un’alleanza che comprende anche altri mercati oltre all’Italia, come Germania, Regno Unito, Francia e Spagna.
Funzionerà? Considerando quanto sia fluido e volatile questo settore, in particolar modo in questo periodo contrassegnato da grandi incertezze, cercare di fare previsioni è sicuramente rischioso. Lo stesso country manager per l’Italia di Just Eat, Daniele Contini, nel commentare questa alleanza qualche mese fa era stato decisamente cauto, evidenziando come il business principale di Just Eat sia e rimanga la consegna di piatti pronti del mondo della ristorazione. Che i clienti del food delivery possano essere attratti anche dal servizio del quick commerce, utilizzando un’unica piattaforma per farlo, come ora è possibile, è certamente un’idea che ha un senso e una su ratio ben precisa. Se possa consentire di trovare un equilibrio economico sarà tutto da verificare.
Gli italiani, è un dato di fatto, continuano comunque a fruire del servizio di food delivery: nel 2022 questo comparto ha generato un valore di 1,8 miliardi, +20% rispetto al 2021, pari al 44% di tutto il mercato alimentare on line (fonte Osservatorio Netcomm-Politecnico di Milano). Alleanze, unioni, collaborazioni, fanno parte del gioco e rappresentano sempre più una boccata di ossigeno in questo periodo dove l’attenzione ai costi è fondamentale.