Italia del Vino ha fatto sedici. Con gli ingressi di Ronchi di Manzano e della novità assoluta presentata a Prowein, Terre de la Custodia (realtà vinicola del gruppo olivicolo Farchioni), il consorzio presieduto da Andrea Sartori allarga ulteriormente la propria squadra di imprese e la copertura del territorio nazionale, che ora comprende anche un’azienda basata in Friuli e una realtà in rappresentanza dell’Umbria.
Le aziende aderenti al consorzio hanno esposto in maggioranza all’interno della collettiva organizzata a Prowein, bissando l’esperimento positivo dello scorso anno e in attesa della terza partecipazione a Vinexpo, la biennale del vino di alta qualità che si terrà in giugno a Bordeaux.
“Siamo molto contenti di queste due nuove adesioni – spiega Sartori a Pambianco Wine – perché sono gestite da persone in sintonia con il nostro modo di vedere il mercato. Si tratta di imprenditori dinamici e anche di persone simpatiche, aspetto non secondario per un team che è caratterizzato innanzitutto da un buon appeal tra associati”.
In prospettiva Sartori, d’accordo con il consiglio di amministrazione di Italia del Vino che comprende al tempo stesso realtà medio piccole e colossi come Giv, Zonin 1821 e Santa Margherita, vorrebbe chiudere il cerchio inserendo una realtà dell’Abruzzo e possibilmente una delle Marche, non precludendo l’ingresso di un paio di realtà siciliane e altoatesine ‘pure’, poiché i vini di queste ultime regioni sono presenti tra le referenze dei gruppi più rilevanti ma non come aziende autonome. “Poi penso che ci potremmo anche fermare – sottolinea l’imprenditore veronese – perché crescendo troppo si rischia di aprire a opinioni troppo diverse, per quanto il nostro consiglio sia quasi monolitico nel prendere le decisioni”.
Oltre alla parte legata alla promozione e alla partecipazione a fiere estere, il consorzio sta pensando a una modalità di gestione delle informazioni commerciali tale da creare delle sinergie tra le aziende. “Vorremmo lanciare una sorta di cross check sui nostri distributori per capire assieme a loro se in determinati territori dovessero mancare delle referenze proprie dei nostri associati. Non pensiamo a vere e proprie operazioni di retail, già avviate peraltro da alcuni nostri associati, ma a un’azione focalizzata nel rapporto con la distribuzione”.