Un 2022 in chiaroscuro per il mondo di vino italiano: crescono export e i consumi fuori casa – pur rimanendo lontani dai livelli del 2019 – ma, di contro, rallentano le vendite nel canale della grande distribuzione. Secondo l’Osservatorio Economico Federvini – vini, spirits & aceti: valori, mercato e competitività, nel primo quadrimestre dell’anno, le vendite di vino presso la gdo (iper, super, lsp e discount) hanno subito un arresto del 9,6% a 894 milioni di euro. Di questi, i vini fermi e frizzanti, che generano il 79,7% delle vendite, hanno riportato un -9,7%, complice soprattutto la frenata dei vini dop (-10,7% a valore e -11,2% a volume). Gli spumanti (19,6% del totale) hanno invece registrato un calo del -9,1%, mentre i vermouth (0,6% del totale) del -11,2 per cento.
Allo stesso modo, il calo è stato registrato anche dagli spirits, con un -5% a 369 milioni, complice soprattutto la flessione degli aperitivi alcolici (-11,2%) in quanto nel periodo sono “esplosi” i consumi fuori casa; e dagli aceti (-4,3 per cento). Risultati, questi di vino, spirits e aceti, sintomatici del fatto che “il mercato interno comincia a risentire del peggioramento della situazione economica”.
Crescono, invece, i consumi fuori casa di vini e spirits, “in ragione di una dinamica largamente condizionata dall’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, anche se va evidenziato che il settore è ancora distante dai valori raggiunti nel 2019″.
Allo stesso modo, l’export è aumentato nei principali mercati di destinazione: +12% per il settore vini, +45% per il settore spirits e +4,1% per il settore degli aceti.
“È un momento di grande incertezza. Da mesi segnalavamo il peggioramento della situazione e oggi cominciamo a vederne le prime conseguenze”, sintetizza Micaela Pallini, presidente di Federvini. “È necessario un confronto aperto e trasparente con il Governo e le filiere produttive: nessun settore si salva da solo. Noi chiediamo interventi di struttura e misure di mercato, in termini di semplificazioni, promozione e supporto a lungo termine per il nostro export”.
Sulle semplificazioni, spiega Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini, “possiamo fare molte cose. Due esempi? In Italia dovremmo completare il processo di digitalizzazione del settore vino, collegando lo schedario viticolo al registro telematico. In Europa occorre completare l’armonizzazione del mercato interno sulle vendite a distanza, oggi rese difficoltose dagli adempimenti burocratici in essere che rendono davvero complicato il commercio elettronico dei nostri prodotti. L’altro punto è spingere ancora di più sul tema promozione, con un migliore coordinamento nazionale e focalizzando meglio gli investimenti sui mercati per noi chiave”.