Alla vigilia del suo appuntamento annuale più importante per l’accoglienza di appassionati ed enoturisti, il Festival Franciacorta che si terrà nei due prossimi weekend (12-13 e 19-20 settembre), la denominazione bresciana fa i conti con l’inevitabile calo di vendite del primo semestre, condizionato dal blocco del canale horeca, ma non cambia di un millimetro la propria strategia basata sul valore del metodo classico e sul rafforzamento della quota export.
Quello franciacortino è un sistema vincente, grazie anche all’esiguità del prodotto (17,6 milioni di bottiglie nel 2019) che è perfino difficile da reperire, e che continua ad aumentare il proprio valore: il prezzo medio a bottiglia era 12,57 euro nel 2017, ed è salito a 13,39 euro alla fine dello scorso anno.
Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta e direttore generale di Barone Pizzini, afferma: “Abbiamo vissuto tre mesi da incubo ma ne stiamo uscendo, e pazienza per l‘invenduto di marzo e aprile. Vorrà dire che i nostri Franciacorta Metodo Classico passeranno qualche mese in più nelle cantine, così diventeranno ancora più buoni. Comunque i quantitativi venduti in estate ci dicono che siamo quasi fuori dal tunnel, ovviamente sperando che non ci siano ulteriori cadute che sarebbero devastanti per l’economia generale”.
Resta chiaramente l’apprensione per i mercati esteri che stavano performando meglio e in particolare per gli Stati Uniti, che crescevano e si stavano avvicinando, prima del lockdown, alla terza posizione nella classifica dell’export, occupata dalla Germania, dietro alle capofila Svizzera e Giappone. Quanto all’Italia, che resta pur sempre il mercato d’elezione con l’88,7% del venduto nel 2019, si è cercato di reagire al blocco dell’horeca potenziando i canali rimasti aperti ovvero l’online e, per chi era già inserito, la grande distribuzione.
Nel 2019, i primi cinque gruppi del Franciacorta hanno fatturato complessivamente 139 milioni di euro, in aumento single digit rispetto al 2018. In vetta, nello studio pubblicato sull’ultimo numero di Pambianco Magazine Wine&Food, troviamo Terra Moretti con 44 milioni (dato non consolidato), davanti a Berlucchi con 43 e a Ca’ del Bosco che ha superato il “muro” dei 40 milioni realizzando anche il più alto ebitda margin (36%).