Obiettivo: diventare sempre più un brand, simbolo della capacità italiana di realizzare uno spumante metodo classico di alta qualità. La direzione degli investimenti del Consorzio di tutela del Franciacorta è naturalmente l’estero. “Continuiamo a spingere – spiega a Pambianco Wine il presidente del consorzio, Vittorio Moretti – e negli Stati Uniti, che per noi rappresentano uno dei mercati strategici in una prospettiva di crescita, abbiamo dato il via a un progetto di brand ambassador, per contribuire a far conoscere la denominazione agli americani. Puntiamo a replicare il successo già ottenuto in Giappone, dove tutti i locali più importanti sanno riconoscere il nostro brand, grazie a una serie di azioni condotte in passato anche attraverso il sostegno dell’Ambasciata italiana a Tokyo, facilitati inoltre dal felice abbinamento tra il cibo giapponese e le nostre bollicine. Il Franciacorta può essere un prodotto particolarmente adatto all’Asia e alla cucina asiatica, ma pensiamo al tempo stesso che negli Usa ci possa essere un ottimo potenziale di crescita”.
Nel 2016 sono state vendute 17,4 milioni di bottiglie prodotte dalle aziende della denominazione bresciana, grazie alla crescita a due cifre (+16%) ottenuta in Giappone, che oggi pesa per il 22% sulle esportazioni complessive, e all’apertura della pista scandinava per l’export, con un incremento pari al 250% in Norvegia e a oltre il +500% in Svezia. Ottimo anche il balzo delle vendite in Germania, con un progresso anno su anno del 24% che ha consentito a Berlino di superare gli Usa nella classifica delle destinazioni estere.
“Nel futuro – sottolinea Moretti – avremo una crescita inferiore a quella ottenuta in passato, proprio perché vogliamo aumentare il valore del prodotto più delle quantità. Non prevediamo un aumento delle estensioni produttive e intanto continueremo a lavorare sulla conversione di tutte le aziende da agricoltura convenzionale a biologica. Già oggi siamo al 75% di produzione bio, la percentuale più alta in assoluto tra i consorzi italiani. La mia azienda, per esempio, ha completato il processo di conversione e dal prossimo anno sarà 100% bio, per un totale di 1.100 ettari di vigneti”.