Crescere, ampliando il portafoglio prodotti e aumentando il controllo sulla distribuzione. Con questa logica, Terra Moretti Distribuzione ha investito 62 milioni di euro nell’acquisizione dal gruppo Campari di Sella & Mosca (Sardegna) e Teruzzi & Puthod (San Gimignano, Toscana). L’operazione segna da un lato l’uscita del gruppo di Sesto San Giovanni dal business dei vini fermi, per focalizzarsi sulla principale attività degli spirits mantenendo una quota significativa negli spumanti attraverso i marchi Cinzano, Mondoro e Riccadonna; dall’altro si tratta di un grande salto di qualità per la società controllata da Vittorio Moretti, patron di Bellavista e presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta, che ha concretizzato ciò che altri gruppi del settore non erano riusciti a concludere per ragioni sostanzialmente economiche. Il principale ostacolo all’acquisizione delle due tenute era costituito dalle loro ingenti dimensioni, soprattutto nel caso di Sella & Mosca. Per assicurarsele, Moretti ha coinvolto Simest e, per la prima volta in Italia, un investitore asiatico, Nuo Capital, che fa capo alla famiglia Cheng Pao di Hong Kong, attiva nel settore navale. “La trattativa è iniziata otto mesi fa – spiega a Pambianco Wine il presidente del gruppo che controlla le tenute Bellavista, Contadi Castaldi, Petra e Tenuta La Badiola per un totale di 37,4 milioni di ricavi nel 2015 – grazie ai rapporti ben avviati con Campari. Abbiamo realizzato noi la loro sede centrale (il vino costituisce una diversificazione per il gruppo Moretti, che ha come core business le costruzioni, ndr) presentando noi l’architetto Mario Botta, che l’ha progettata. L’accordo è maturato pian piano, Campari ci teneva a chiuderlo entro fine anno e alla fine ci siamo riusciti”.
Qual è stato il ruolo di Nuo Capital?
Il partner ci è stato segnalato da Intesa San Paolo, con cui stiamo portando avanti diverse operazioni. Nuo Capital ha manager che provengono dalla banca e intende acquisire quote di minoranza in società italiane per accompagnarne la crescita, iniziando da noi. In cambio dell’investimento ha ottenuto il 30% del controllo di Terra Moretti Distribuzione, a cui fa capo Contadi Castaldi oltre naturalmente alle due aziende appena acquisite. Bellavista, Petra e La Badiola sono invece controllate da Terra Moretti spa e non entrano nell’operazione.
Qual è la logica dell’acquisizione?
Conoscevo le due aziende e mi erano sempre piaciute, in particolare Sella e Mosca che è il più grande vigneto italiano e uno dei più vasti d’Europa, con 541 ettari vitati di cui 520 a corpo unico. Entrambe garantiscono una qualità di prodotto abbastanza elevata, con notevoli possibilità di incremento. E noi, che siamo gente di terra e legata alla terra, abbiamo tanta voglia di crescere. I miei figli hanno partecipato con volontà ed entusiasmo all’operazione; inoltre abbiamo collaboratori, mercati e organizzazione commerciale tali da riuscire a centrare gli obiettivi che ci siamo posti.
In attesa di inglobare le due nuove aziende, come pensate di chiudere il 2016?
Nelle costruzioni, la situazione appare finalmente più serena dopo anni piuttosto difficili. Quanto al vino, è in grande crescita. Contadi Castaldi ha fatto un +20% per tutto l’anno e ora, avendo esaurito da tempo il prodotto disponibile, si appresta a chiudere attorno al +15 percento. Per Bellavista prevediamo un incremento di circa il +10% in valore, originato dall’aumento del prezzo medio e non delle quantità: sono diminuiti gli sconti praticati alla clientela, grazie soprattutto alla gestione diretta della parte commerciale avviata a inizio anno. Petra e La Badiola procedono più lentamente, trattandosi di realtà specializzate in vini rossi, ma abbiamo importanti piani di crescita che contiamo di realizzare nei prossimi tre/quattro anni così come puntiamo a ottenere risultati positivi nell’immediato con Sella e Mosca, su cui Campari ha fatto un buon lavoro negli ultimi tempi.
Nella ristorazione è giunta la soddisfazione della stella Michelin per la Trattoria Toscana, sotto la direzione di Enrico Bartolini. E a l’Albereta? È vero che siete a caccia di un socio?
No, l’Albereta resta sotto il controllo della holding Terra Moretti che controlliamo al 100%, con il vincolo di un patto sottoscritto a suo tempo che prevede di non cedere nulla delle proprietà acquisite. L’Albereta va bene sia da un punto di vista commerciale sia per la qualità della cucina, affidata all’ottimo chef Fabio Abbatista. Quest’anno non è stata visitata dagli ispettori della Michelin, vorrà dire che li aspetteremo al prossimo giro…