L’attenzione degli investitori è per le grandi etichette di vini francesi, con il leader assoluto Romanée-Conti. A seguire i leggendari Bordeaux e subito dopo i vini italiani, molto apprezzati sulle piazze internazionali per il riconoscimento, ormai consolidato, del loro pregio.
Nel confronto tra i vini italiani più pregiati e le etichette francesi cult chi vince? Sul fronte dei prezzi, un primo risultato ci viene dato dall’istantanea della performance dei fine wine elaborata dagli indici della piattaforma Liv-ex. Nei primi quattro mesi del 2022 la Borgogna e lo Champagne sono stati i migliori performer, in crescita, rispettivamente, del 18,6% e del 9,4%, mentre è stata piuttosto debole la performance del Bordeaux 500 (+3,15 per cento). Leggermente migliore risulta invece quella dell’Italia 100 (+3,9 per cento).
A catalizzare l’attenzione degli investitori sono da sempre le grandi etichette dei vini francesi, con il leader assoluto Romanée-Conti e a seguire i leggendari Bordeaux che, con le dovute proporzioni, si impongono tra le preferenze. Subito dopo tocca ai vini top italiani, apprezzati sulle piazze internazionali da collezionisti che sono alla ricerca di vecchie annate e verticali da mettere nelle cantine, per una futura degustazione, o meglio nei caveau se l’acquisto assume le caratteristiche di un investimento.
LA BORGOGNA, SCARCITY E PRESTIGIO
In futuro non ci saranno rallentamenti per i fine wine secondo Tim Triptree, international director di Christie’s Wines and Master of Wines, “e i vini più pregiati di Francia e Italia continueranno ad essere molto richiesti”. A trainare questo trend in tutto il mondo è il desiderio “di acquistare vini straordinariamente complessi e avvincenti”. L’obiettivo dei collezionisti con riferimento alla Francia sono i migliori produttori di Borgogna, Bordeaux, Champagne e Rodano. Per quanto riguarda le annate, quelle recenti, degli ultimi due decenni, sono di grande valore collezionistico, per il fatto che sono riuscite a produrre vini con caratteristiche di ricchezza e capacità di invecchiare e migliorare con l’affinamento in bottiglia. L’esperto cita per i Bordeaux rossi l’annata del 2019, 2018, 2016, ma anche il 2010, 2009, 2005 e 2000. Le annate da privilegiare per i rossi della Borgogna vanno dalla vendemmia più recente del 2020 a quella più lontana del 1999. “In asta i vini rossi della Borgogna – sottolinea Tiptree – presentano risultati positivi: la domanda è alta e l’offerta è scarsa, il che porta a eccellenti performance e i migliori produttori di Borgogna, come Drc, Domaine Leroy e Armand Rousseau, hanno registrato, negli ultimi 18 mesi, aumenti di prezzo impressionanti, senza dimenticare lo Champagne che sta ottenendo ottimi risultati”. Per i vini italiani l’offerta di Christie’s si perfeziona con alcune etichette del Piemonte e della Toscana, come Masseto, Sassicaia, Ornellaia, Biondi Santi, Barolo e Barbaresco, e produttori di spicco come Conterno, Voerzio e Gaja, e alcuni dal Veneto, come Dal Forno e Quintarelli.
FRANCIA AL TO PER SOTHEBY’S
La Francia per Sotheby’s diventerà uno dei mercati più importanti, per garantire ai venditori dell’Europa continentale l’accesso al mercato globale e agli acquirenti di tutto il mondo una maggiore possibilità di avere bottiglie rare. Oggi, dai vitigni francesi Sotheby’s raccoglie oltre l’85% dei vini venduti e per questo motivo ha deciso di aprire due sedi d’asta, a Beaune e a Bordeaux, centri strategici per il commercio del vino in Europa. Nel recente Sotheby’s Market Report 2021 il vino della Borgogna ha generato il 46% dei 132 milioni di dollari delle vendite all’asta di vini e liquori (+44% rispetto al 2020) ma “se ampliamo lo sguardo ad altre regioni vinicole – spiega Amayès Aouli, head of auction sales for Continental Europe, Sotheby’s Wine – troviamo nomi come Dom Perignon, Krug, Louis Roderer, Salon e Bollinger nella regione Champagne e Paul Jaboulet Ainé, Jean-Louis Chave, Guigal, Rayas e Beaucastel nella valle del Rodano”. In tema di annate, rimanendo nell’ambito del XX secolo e di quei vini che sono considerati “vecchie annate”, l’esperto suggerisce che “quelle più ricercate per i Bordeaux rossi sono il 1945, 1947, 1949, 1953, 1959, 1961, 1975, 1982, 1985, 1989, 1990 e il 2000, mentre i collezionisti di Borgogna rosso premiano le annate 1945, 1949, 1953, 1959, 1961, 1966, 1969, 1971, 1976, 1978 e 1990. Ad oggi, la bottiglia singola di vino di maggior valore è un Romanée-Conti 1945 venduto da Sotheby’s nel 2018 per 558.000 dollari”. Per quanto riguarda i vini italiani l’offerta in asta “è molto concentrata su un piccolo gruppo di cantine eccellenti e riconosciute a livello mondiale: Sassicaia, Masseto e Ornellaia, Gaja, Antinori, Soldera, Giacomo Conterno, Romano Dal Forno e Fontodi sono i nomi più ricercati nel 2021, una situazione costante nel corso degli anni che è un tributo alla loro qualità”.
LE SCOMMESSE DI BOLAFFI
A proporre maggiormente l’eccellente qualità dei vini italiani, con un occhio di riguardo alla vicina Francia, è Aste Bolaffi che tuttavia nel novembre 2020 ha segnato il record italiano con una doppia magnum di Romanée-Conti Grand Cru 1990, un’annata particolarmente prestigiosa, aggiudicata a100 mila euro. “Nelle nostre aste, per ragioni legate alla raccolta, vi è una maggior presenza di vini italiani ma le etichette francesi più blasonate, quando sono presenti, sono molto apprezzate e collezionate anche in Italia con aggiudicazioni a prezzi più elevati”, dichiara Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Aste Bolaffi. A giusta ragione? “È la tradizione – sottolinea Bolaffi -, le bottiglie francesi sono in asta da più di cent’anni, quelle italiane solo da trent’anni, oggi siamo il secondo produttore per etichette da collezione, e possiamo contare su un margine maggiore di rivalutazione”. Ultimamente poi sono state proposte in asta “alcune bottiglie che hanno fatto un salto di qualità e hanno raggiunto i nomi noti della Toscana”, tra queste una scommessa per il futuro che segnala Bolaffi è Le Pergole Torte Montevertine.
LE ATTESE DI MERCATO
Il futuro si prospetta ancora positivo. “Le tendenze di fondo che sostengono il mercato sono ben consolidate – sostiene l’esperto di Sotheby’s – e sul fronte dell’offerta, in Francia, l’aumento della domanda di Borgogna probabilmente continuerà, mentre per i vini italiani, il riconoscimento a livello mondiale della loro qualità è consolidato, soprattutto per i vini della Toscana – in particolare di Bolgheri -, del Piemonte e della Valpolicella. Questi continuano a trovare il loro posto sulla mappa mondiale delle aste di vino”. In fin dei conti, un buon vino, prodotto da un’ottima cantina, continuerà ad essere richiesto e, per coloro che vogliono investire, le opportunità si trovano sia nei nomi affermati, per la loro stabilità, sia nelle stelle nascenti, per i potenziali rendimenti futuri.