Dopo la salita del 2019, il 2020 sarà l’anno della rapida discesa per i fatturati delle principali società di ristorazione. Il crollo atteso dei ricavi determinerà il rinvio non solo delle nuove aperture, ma anche dei cambi di proprietà, perché i fondi aspetteranno il momento opportuno per l’exit. Ma intanto si aprono interessanti prospettive per le acquisizioni di catene indipendenti, che intanto potrebbero entrare in difficoltà e saranno, in tal caso, spinte per necessità ad aprire il capitale a nuovi soci.
Lo studio Pambianco sui ricavi dell’ultimo esercizio evidenziava un trend di crescita abbastanza uniforme, con punte di rilievo per le catene più dinamiche. I dati del 2019 appartengono al passato ma saranno un punto dal quale ripartire nel 2021, mentre l’anno in corso sarà certamente compromesso e caratterizzato da cali a doppia cifra.
In vetta alla classifica della categoria commerciale troviamo Chef Express, la cui crescita (dato di preconsuntivo) è stata del 6% e ha permesso alla società del gruppo Cremonini di arrivare a quota 662 milioni. Cigierre si posiziona al secondo posto con 480 milioni di euro, davanti a Sebeto con 147 milioni calcolati al netto della cessione di Ham Holy Burger, perfezionato a dicembre. Al quarto posto, con 100 milioni, si inserisce La Piadineria, a cui va il titolo di top performer con un balzo del 25 percento. Chiude la top five Alice Pizza, con 80 milioni.
Nella categoria premium, le posizioni di vertice restano invariate ma alla crescita lenta di Obicà si contrappongono i risultati double digit di Panino Giusto e Signorvino, appaiati al secondo posto nei loro preconsuntivi dell’anno da poco concluso. Ai piedi del podio troviamo Zushi e Langosteria. In quest’ambito, continua l’attesa – che a questo punto potrebbe essere rinviata oltre i tempi – per il cambio di fondo del leader Obicà, mentre Panino Giusto ha accantonato la ricerca di un socio per scegliere la via della trasformazione in società benefit. Signorvino resta solidamente sotto la proprietà del gruppo Calzedonia, esattamente come Zushi del club deal guidato da Paolo Colonna. Scendendo di graduatoria, i giochi parrebbero in larga parte già fatti. Cioccolatitaliani ha annunciato lo scorso novembre l’ingresso di Mir Capital in quota minoritaria, Langosteria è partecipata dalla holding Archive (famiglia Ruffini, Moncler), Vyta Santa Margherita appartiene alla holding Zignago della famiglia Marzotto, Berberè è partecipata da Alce Nero. Ci sarebbe quindi (eventuale) spazio per interventi in due soli gruppi specializzati su Milano, Da Giacomo e Pandenus.