Per Fontanafredda è l’anno del 160° anniversario dalla fondazione e l’azienda leader del Barolo, da cui dipende l’8% della produzione complessiva della denominazione più prestigiosa del Piemonte, celebra la ricorrenza con la concretizzazione della svolta bio. “La prossima vendemmia sarà la prima certificata 100% da produzione con metodo biologico” annuncia a Pambianco Wine & Food Piero Bagnasco, amministratore delegato e storico braccio destro di Oscar Farinetti (è anche amministratore di Eataly e presidente del cda di Lurisia). “Il futuro del nostro gruppo sarà sempre più legato alla qualità, alla produzione bio e, per quanto riguarda le aziende piemontesi, sempre più al Barolo”.
Il gruppo del wine si è recentemente rafforzato entrando in Chianti Classico, con l’acquisizione dell’azienda Il Colombaio di Cencio, che segna anche il primo ingresso in Toscana da parte di Fontanafredda. Il giro d’affari 2017 è aumentato a doppia cifra, nell’ordine del 15%, e Fontanafredda dovrebbe aver chiuso l’esercizio con un fatturato consolidato stimato in 60 milioni di euro, comprendendo anche le aziende di proprietà Serafini e Vidotto in Veneto, Le Vigne di Zamò in Friuli Venezia Giulia, la neo acquisita in Chianti Classico e poi dalle altre realtà piemontesi controllate (Agricola Brandini, San Romano, Castello di Santa Vittoria, Cascina Valle Asinari). “L’obiettivo è di arrivare a 100 milioni in tre anni, che raggiungeremo investendo in qualità e anche a discapito di eventuali riduzioni dei volumi”, sottolinea Bagnasco. La crescita avverrà anche con possibili nuovi obiettivi. Non è un mistero che Oscar Farinetti stia da tempo pensando di entrare in grande stile anche in Sicilia, ottenendo così un portafoglio di referenze ancora più ampio e rappresentativo del panorama vinicolo italiano.
“Fontanafredda – precisa Bagnasco – ha sempre innovato nel corso della sua lunga storia. Siamo stati i primi a realizzare le cantine strutturate a operare per caduta nel 1878, i primi a esportare Barolo negli Stati Uniti fin dal 1886, i primi a utilizzare le vasche di cemento in fase di vinificazione fin dal 1887 e poi i primi a ricorrere all’acciaio inossidabile nel 1964, i primi a uscire con un cru documentato di Barolo e i primi a operare con la menzione comunale Barolo di Serralunga d’Alba. Ora saremo tra le prime grandi aziende totalmente bio nei nostri 122 ettari di proprietà. Siamo l’unico vero Chateau di Langa e vogliamo utilizzare la nostra forza per fare da apripista del territorio, permettendo poi al mondo di poter individuare anche le “chicche”, le piccole produzioni di straordinaria qualità che si ottengono a Barolo e nelle Langhe”. Si tratta di un’azienda dai grandi numeri, con circa 8 milioni di bottiglie di cui 900 mila di Barolo su un totale di 13 milioni della docg, ma che per abbinare quantità e qualità si è data un’organizzazione non verticistica. “Fontanafredda è stata concepita non come una grande impresa, ma come un gruppo di tante piccole aziende ciascuna dotata del suo gruppo di lavoro e diretto dal suo enologo, nel rispetto dell’identità dei vini che stiamo realizzando, compresi gli spumanti”.
Nel 2017, inoltre, Fontanafredda è stata premiata dalla rivista americana Wine Enthusiast come Cantina europea dell’anno superando la concorrenza di aziende come la tedesca Dr. Loosen, l’alsaziana Domaine Shlumberger, la spagnola Gonzalez Byass e la portoghese DFJ Vignos.