Nuovi prodotti e nuove proposte per la gdo, senza distogliere l’attenzione dall’horeca. Surgital vive, come tutto il comparto del foodservice, un momento critico, ma cerca di gettare le fondamenta del rilancio mantenendo il contatto con i partner commerciali e sviluppando azioni mirate. “La ristorazione è uno dei settori più colpiti dalla pandemia, ma crediamo che la ripartenza porterà nuove opportunità”, dichiara fiducioso il responsabile filiali commerciali Federico Maldarizzi. “Nei mesi di lockdown non ci siamo mai fermati e abbiamo gestito la situazione, con tutti i protocolli di sicurezza, pensando al domani. Pur nascendo come foodservice, in questa fase abbiamo deciso di accelerare sui progetti dedicati alla grande distribuzione: anziché attivare il canale tra il 2021 e il 2022, abbiamo avviato relazioni commerciali intense con i partner del settore in Italia e nelle altre sedi. E contestualmente nella sede italiana abbiamo concentrato l’attenzione sullo sviluppo di nuovi prodotti dedicati alla gdo”. È proprio questa “virata” strategica ad aver consentito una relativa tenuta del mercato statunitense, dove Surgital ha una controllata commerciale con magazzino nel New Jersey e un’agenzia sulla West Coast. “Nel foodservice abbiamo concentrato la proposta sui piatti pronti per chi fa ristorazione veloce o delivery. Il nostro r&d in Italia ha inoltre lavorato per proporre prodotti ad hoc per la gdo americana, con un atteggiamento propositivo verso le catene retail americane. Operiamo con prodotti completi e con semilavorati. Questa accelerazione ci ha consentito di giocarci alcune carte buone”. Ecco che, se nel 2019 gli States valevano il 5% dei ricavi di Surgital, su un fatturato consolidato 2020 che l’azienda ravennate si attende di chiudere con un -25% il mercato americano finirà per pesare il 12/14%. E guardando al 2021, Maldarizzi si dice convinto delle potenzialità del mercato a stelle e strisce. “Confidiamo nella ripresa della ristorazione una volta usciti dalla crisi e la gdo sta tenendo bene, quindi prevediamo comunque una crescita. E il made in Italy vince non solo per la qualità, ma anche per la proposta di ricette ad hoc che portano un grande valore aggiunto”.