Dopo un giro d’Italia durato 18 anni con acquisizioni e progetti di sviluppo in Toscana, Oltrepò Pavese, Puglia e Basilicata, la famiglia Tommasi torna a concentrare lo sguardo sulla Valpolicella con il lancio del progetto De Buris. Si tratta di un nuovo vino, un Amarone Riserva “progettato” da Giancarlo Tommasi, enologo della famiglia, a partire dalle uve di un cru acquistato vent’anni fa e con un lungo processo di maturazione e affinamento. E se la limited edition De Buris 2008 (8mila bottiglie) è già sul mercato, dovrà attendere qualche anno il progetto di ospitalità legato al recupero dell’antica villa che oggi accoglie solo le cantine.
La struttura di base romana, rimaneggiata in epoca medievale e rinascimentale, è destinata al restauro per trasformarsi entro il 2022 in un luogo di accoglienza di lusso. Il Resort Villa De Buris entrerà dunque nel network hospitality con il Wine Hotel & Spa Villa Quaranta in Valpolicella, Albergo Mazzanti e Caffè Dante Bistrot a Verona, Agriturismo Poggio al Tufo a Pitigliano in Maremma.
Tommasi Family Estates – un giro d’affari di 28 milioni di euro, per il 92% export – sceglie oggi di rimanere radicata in Italia. “Acquisire aziende vinicole non è come comprar noccioline”, scherza il CEO Pierangelo Tommasi. Oggi abbiamo sei aziende italiane e un patrimonio di oltre 600 ettari da coltivare, abbiamo abbastanza da fare concentrandoci su progetti che rimangano coerenti con il nostro stile. Non ha senso attualmente guardare a possibili investimenti all’estero. Non abbiamo paura di arrivare tardi. Oggi sarebbe uno sfizio”. Quanto a possibili aperture di capitale, Tommasi frena: “Non vediamo la necessità di una quotazione quando abbiamo già investito per crescere dimensionalmente e oggi il fatturato registra incrementi del 5% annuo. Siamo concentrati su progetti sostenibili e coerenti con il nostro progetto Italia”.