L’uscita di Enrico Bartolini da Fico Eataly World non spaventa Feudi di San Gregorio, che manterrà la sua presenza al parco agroalimentare di Bologna con il format Nave Errante creato in collaborazione con il gruppo ittico Lpa. “I numeri sono altalenanti – racconta a Pambianco Wine&Food il presidente dell’azienda vitivinicola irpina, Antonio Capaldo – ma sono convinto che Fico esploderà quest’estate. Al momento lavora soprattutto nel weekend e in determinate fasce orarie, senza la continuità auspicata. Oscar (Farinetti, ndr) è una garanzia e sono certo che il parco crescerà. Noi non ci muoviamo da lì”.
Una novità invece riguarda Marennà, dal quale ha preso il via 14 anni fa l’attività di ristorazione del gruppo e che nel 2009 ha conquistato la stella Michelin. Il ristorante aziendale verrà chiuso in via provvisoria poco prima di Natale per riaprire dopo adeguati lavori destinati a riformulare la proposta. “La ristorazione è cambiata – spiega Capaldo – e dobbiamo adeguarci. C’è più attenzione per la materia prima e un po’ meno per la trasformazione, ma non solo; i clienti hanno soprattutto voglia di divertirsi e di essere stupiti, e noi li stupiremo con formule rivoluzionarie a partire dalla stessa idea di menu e dai relativi abbinamenti con i vini, inserendo in Marennà il meglio delle esperienze internazionali viste in questi ultimi anni”. La riapertura dovrebbe avvenire verso maggio 2019.
Quanto ai vini, il gruppo che fa capo a Feudi di San Gregorio, dopo aver fatto la scelta bio nelle aziende Basilisco e Campo alle Comete, ha completato la trasformazione biodinamica dell’attività di Ognissole in Puglia, grazie anche alla consulenza dello specialista Luca D’Attoma. “Ci siamo ispirati a quelle aziende che in Champagne e in Borgogna, partendo da agricoltura convenzionale, hanno sposato la causa della biodinamica ottenendo prodotti di grande qualità” sottolinea Capaldo.
Il giro d’affari di Feudi di San Gregorio nel 2017 ha raggiunto i 33 milioni di euro, in aumento del 10% e con una leggera contrazione dell’ebitda, dal 19 al 17%, dovuta però agli investimenti effettuati e non a un calo vero e proprio di marginalità. Il giro d’affari dipende perlopiù dal vino, che genera 27 milioni di ricavi, mentre la ristorazione assicura 6 milioni. L’ultima apertura risale a febbraio per il wine bar Dubl all’aeroporto di Luton.