Feudi di San Gregorio cresce negli spumanti, sulla scia del trend che premia le bollicine da vitigni autoctoni in territori non vocati. L’azienda di Sorbo Serbico (Avellino) ha presentato lunedì scorso a Milano, con un evento al ristorante Larte, il nuovo metodo classico Dubl Esse, nella limited edition firmata dal designer Fabio Novembre, a dosaggio zero su base Greco di Tufo. “Siamo ormai da dieci anni nel mondo delle bollicine metodo classico – spiega a Pambianco Wine il presidente del gruppo, Antonio Capaldo – avendo effettuato per primi la spumantizzazione sulle uve della tradizione campana, da Falanghina ad Aglianico e Greco di Tufo. Oggi ci sentiamo tanto bravi da confrontarci con i migliori nomi del settore e pensiamo che Dubl Esse, con il suo minimo di 36 mesi sui lieviti, possa rappresentare la consacrazione di un percorso”.
L’intesa con l’architetto e designer leccese, che vanta collaborazioni con brand quali Driade, Venini e Kartell, nasce da un’amicizia personale e da una sfida fondata sui tempi del vino… “La sua bottiglia serigrafata – continua Capaldo – inverte il classico trend, perché è nata assieme al vino e così abbiamo aspettato oltre tre anni prima di presentarla. Si tratta di un design ‘affinato e invecchiato’. Fabio avrebbe voluto portarla al Salone del Mobile 2014 ma prima di farlo volevamo essere certi della corretta maturazione del prodotto. Oggi lo siamo”.
Gli spumanti di casa Feudi superano oggi le 100 mila bottiglie l’anno su un totale di circa 4 milioni di colli prodotti nel 2015, anno in cui la società ha ottenuto un fatturato di 26 milioni di euro, +15% sull’esercizio precedente. “I primi mesi del 2016 confermano questo trend – aggiunge Capaldo – e sorprendentemente il mercato dove cresciamo di più è l’Italia, un po’ perché siamo stati bravi nella diversificazione dei prodotti e un po’ perché abbiamo colto le opportunità che si sono aperte a seguito dell’uscita di competitor più strutturati, che hanno puntato all’estero. Il mercato interno genera circa il 70% dei ricavi, con tassi di crescita attorno al 17% per salire fino al 20% nelle regioni dove siamo più forti. Puntiamo su un consumatore fidelizzato, che si rivela un veicolo pubblicitario più efficace e meno costoso rispetto alle campagne di adv, che non potremmo affrontare in maniera così ampia”.
Feudi di San Gregorio ha recentemente arricchito il suo progetto sud con una nuova operazione in Sicilia, che si aggiunge alle acquisizioni effettuate in Puglia e Basilicata. L’azienda è anche presente in Friuli Venezia Giulia con un quota minoritaria in Sirch, di cui cura la distribuzione, e in Toscana dopo la recente acquisizione di Villa Le Pavoniere a Bolgheri. “L’allargamento produttivo – conclude il presidente di Feudi di San Gregorio – risponde a due esigenze: portare in altre regioni un buon metodo di lavoro e arricchire di referenze la nostra struttura distributiva, che è grande e costosa, ottenendo le relative economie. Dopo l’operazione a Bolgheri penso che ci fermeremo per una decina d’anni, creando le condizioni affinché ogni azienda del gruppo possa uscire nel mercato con la propria dignità, ma se capitasse l’occasione…”.