Ci vorrà ancora un mese per conoscere i dati del bilancio 2019 di Eataly. Le prime anticipazioni sono state fatte da Oscar Farinetti in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, a seguito dell’annuncio del cambio di governance. Il perimetro dei ricavi, compreso il franchising, è di 620 milioni, l’ebitda percentuale sul fatturato è prossimo al 5% e l’utile netto si colloca tra i 5 e i 10 milioni. “Nell’ultimo anno siamo cresciuti del 10%, il 3% con i negozi già esistenti e il resto con le nuove aperture”, ha aggiunto Farinetti, anticipando che la volontà del gruppo è di procedere ad ulteriori aperture in 100 città del mondo.
Al tempo stesso, l’annunciata uscita di Andrea Guerra e il rafforzamento della posizione di Nicola Farinetti a capo del gruppo non comporterà sostanziali modifiche in termini di assetto azionario. La famiglia Farinetti manterrà il 60% delle quote, la Tip di Gianni Tamburi circa il 20% esattamente come la quota in possesso della famiglia Miroglio. Luca Baffigo Filangieri, esponente di quest’ultima e azionista della prima ora con Elisa Miroglio, manterrà la carica di vicepresidente.
Il vero interrogativo, legato anche al termine dell’incarico di presidenza Guerra, è sul futuro di Eataly in Borsa. Farinetti smentisce che sia stata presa una decisione di rinuncia e afferma, sempre attraverso il Corriere: “Siamo pronti per la Borsa e quando un giorno decideremo magari ci quoteremo direttamente a New York”. Ha anche aggiunto che: “Eataly non ha bisogno di rastrellare quattrini sul mercato, è in grado di finanziare la crescita tranquillamente con il suo cash flow”.