Nuovo record storico per l’export di vino italiano. Nel primo semestre 2016, il giro d’affari derivante dalle vendite estere ha toccato quota 2,5 miliardi di euro, in crescita del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2015. La spinta arriva ancora una volta dalle bollicine e in particolare dal Prosecco dop, che segna un balzo a doppia cifra (+12%) grazie ai risultati raggiunti in Gran Bretagna e Francia, dove gli incrementi di volume variano tra il 16 e 18%, mentre l’Europa è stabile; Usa e Giappone progrediscono tra il 2 e il 4 percento.
I dati sulle vendite degli spumanti sono stati comunicati da Ovse, osservatorio economico fondato e presieduto da Giampietro Comolli, che evidenzia la funzione trainante dei principali mercati di destinazione: il 60% dell’export italiano di vino è concentrato in sei paesi, mentre la Francia ottiene la stessa quota distribuita su quattordici destinazioni. “C’è bisogno di capire i diversi mercati e paesi, dare al vino una nuova veste, fare azioni di lungo periodo, impostare una strategia macroeconomica e di promozione concentrata e mirata” afferma Comolli.
Sono 124 milioni le bottiglie di Prosecco spumante vendute all’estero nel primo semestre 2016, per un controvalore di quasi mezzo miliardo di euro. La corsa al rialzo ha fatto salire alle stelle i prezzi delle uve e del vino sfuso, con valori prossimi ai 3 euro al litro, conquistando anche paesi un tempo inavvicinabili come la Francia, dove il Treviso doc si impone come prima bollicina importata tra quelle a denominazione di origine controllata mondiale. “Il Prosecco fa meglio in Francia che lo Champagne in Italia” precisa Comolli.
Tra le altre tipologie della spumantistica, l’Asti conferma i numeri del 2015, pari a 18 milioni di bottiglie, recuperando negli Usa le perdite fatte segnare in Europa e in Russia. Sono leggermente in calo i volumi degli spumanti metodo classico rispetto al 2015, che crescono però dello 0,5% in valore alla dogana. Per quanto riguarda i vini frizzanti, la crescita complessiva è del 5% in volume e del 7/8% in valore, con Lambrusco, Glera, Trebbiano e Pinot in vetta alle richieste.