Il 2021 dell’export del vino italiano si è aperto all’insegna della speranza, seppur ancora flebile. I dati dei primi tre mesi riportati dal Corriere Vinicolo, realtà in orbita a Unione Italiana Vini, riportano ancora un calo che, per il periodo, si attesta a quota -8,2% a livello di litri (a 463,6 milioni) e del -3,9% a livello di euro (a quota 1,4 miliardi). In questo contesto, a livello di litri ed euro, gli spumanti hanno registrato, rispettivamente, un -0,2% e -2,7 per cento, i frizzanti un -11,7% e -14,3 per cento, i vini fermi un -5,2% e un -3,1 per cento.
In ogni caso, guardando ai singoli mesi, si nota come la curva sia in miglioramento. In volume, infatti, si è passati dal -19% di gennaio al -8% di febbraio a, addirittura, il +3% di marzo, con i frizzanti e fermi imbottigliati a +7 per cento. La performance migliora ulteriormente se si prende in considerazione il valore, che è passato dal -21% al -4% fino al +12% a marzo. Gli spumanti sono passati dal -16% al +6 per cento, mentre gli imbottigliati fermi-frizzanti sono balzati da -24% a +16 per cento.
Per esempio, negli Stati Uniti, primo mercato di esportazione per il vino italiano, il Prosecco ha addirittura messo a segno un +11% volume. Di contro, i vini fermi e frizzanti confezionati hanno registrato un -7 per cento, che però riflette un netto miglioramento: dal -44% di gennaio al +21% a marzo.
Considerando invece il primo quadrimestre dell’anno, secondo i dati raccolti da Pambianco da un’elaborazione Ice su dati Istat, i primi tre Paesi per esportazione del vino italiano, ovvero Stati Uniti, Germania e Regno Unito, hanno rispettivamente registrato volumi per 357 milioni di euro (da 406 dello stesso periodo nel 2020), per 262 milioni (269 nel 2020) e 113 milioni (141 nel 2020).