L’accordo di libero scambio con il Giappone ratificato il 12 dicembre da parte del Parlamento europeo promette bene per l’export agroalimentare italiano. L’intesa infatti rimuove dazi doganali per più di 1 miliardo di euro annui, con un aumento previsto dell’esportazione di prodotti alimentari pari al 180 percento. In particolare, i dazi all’import da parte giapponese sul vino (15%), formaggio (35-40%) e pasta (24%) verranno rimossi subito o entro tempi brevi.
L’accordo, secondo quanto dichiara Unione Italiana Vini, permetterà all’Europa di colmare il gap competitivo con gli altri esportatori extra-UE, come Australia e Cile, e certamente si dimostrerà un volano indispensabile per l’intero comparto, portando benefici concreti per le imprese europee quali: l’abbattimento immediato dei dazi doganali, con risparmi per oltre 112 milioni di euro annui a livello UE; l’autorizzazione a pratiche enologiche fino ad oggi non riconosciute dalla normativa giapponese; la salvaguardia delle indicazioni geografiche, con 100 vini a DOP/IGP europei che avranno lo stesso livello di protezione previsto dalla normativa europea e l’eliminazione di tutti i costi associati alla registrazione delle IG italiane in Giappone per facilitarne la protezione.
“Questi risultati soddisfano appieno le richieste che il settore aveva avanzato sin dalle prime battute dei negoziati e rappresentano un traguardo estremamente significativo per il vino”, comunica Unione Italiana Vini. E in generale, il cibo è il settore che beneficia maggiormente dell’intesa raggiunta perché aceto balsamico, formaggio Asiago, fontina, pecorino romano e sardo, taleggio, prosciutti, carni bovine e suine, cioccolato e biscotti sono tra i settori merceologici avvantaggiati.