“L’obiettivo di tutti è aprire l’azienda, e la quotazione è la modalità ovvia per riuscirci. Non abbiamo una fretta esasperata. Credo che nei prossimi 12 o 18 mesi l’avremo fatto”. Intervistato dal Corriere della Sera, Andrea Guerra, presidente esecutivo di Eataly, detta i tempi per lo sbarco a piazza Affari. La società fondata da Oscar Farinetti ha chiuso il 2015 con un fatturato “appena sotto i 400 milioni” mettendo a budget una crescita del 25% per l’anno in corso. Il manager, ex amministratore delegato di Luxottica ed ex consigliere economico del premier Renzi, anticipa inoltre le aperture previste entro l’anno: un secondo Eataly a New York (a Ground Zero, secondo quanto comunicato da Farinetti lo scorso dicembre), poi Boston, Copenaghen, Trieste e un paio di store negli Emirati.
“Eataly – precisa Guerra – rappresenta qualcosa di unico e speciale, non identico alle cose degli altri. In un nostro tipico negozio americano abbiamo un migliaio di fornitori, ottocento dei quali non potrebbero mai arrivare laggiù se non ci fosse Eataly”. Il manager afferma inoltre che negli ultimi mesi si notano sprazzi di sistema Italia: il fondo Atlante per le banche, la ricompattazione di tante piccole iniziative nella moda, le strategie condivise tra impresa e governo per l’export del vino italiano. “Oggi – conclude – le nostre aziende hanno bisogno di una nuova generazione. In modo straordinariamente bizzarro abbiamo assistito a un’evoluzione generazionale molto più forte in politica che nell’imprenditoria italiana. Strano, no? Tutti la chiedevano in politica, ed è successo”.