Doppio Malto punta al raddoppio del fatturato. “Se consideriamo tutto l’ecosistema, birrifici e locali, nel 2022 il giro d’affari supererà i 60 milioni, contro i 25 del 2021”, anticipa a Pambianco Wine&Food Giovanni Porcu, CEO di Foodbrand Spa, titolare del marchio nato nel 2004 a Erba.
A portare i suoi frutti è il piano di sviluppo che non si è interrotto nonostante il Covid. Dopo un’estate alla conquista della Francia e del Regno Unito e le recenti aperture a Como e Torino, Doppio Malto ha infatti inaugurato il suo 28esimo ristorante. Nello spazio di oltre 700 metri quadrati a Lentate sul Seveso, il marchio propone la sua birra di produzione artigianale, che gli è valsa oltre 100 riconoscimenti internazionali, e una proposta culinaria che comprende specialità a base di birra, come il galletto ruspante dorato alla brace e glassato alla birra Honey Ipa e il Birramisù, oltre a carne alla brace, pizza e hamburger, e infine proposte vegetariane e senza glutine.
“Per noi la sfida è sempre stata quella di unire l’anima artigianale a una dinamica industriale, ovvero continuare a fare un prodotto artigianale ma pensare in termini industriali per quanto riguarda logistica, distribuzione, vendita”, prosegue Porcu, spiegando che ad oggi la società ha il pieno controllo della catena distributiva che va direttamente dai birrifici ai locali. E se l’e-commerce è un progetto nato durante il lockdown del marzo 2020, considerato “ormai centrale nel mondo Doppio Malto e destinato a crescere sempre di più”, la novità del 2022 sarà invece l’ingresso nella Gdo.
Nell’anno “apriremo due nuovi Doppio Malto a Milano: in via Morosini, zona Porta Romana, in febbraio, e in primavera arriveremo finalmente in Duomo”, annuncia l’AD. Non si ferma, inoltre, lo sviluppo estero, che continua con Parigi La Defense e Newcastle entro febbraio, poi Leeds, Edimburgo e un raddoppio a Glasgow, dove è già presente un flagship in George Square. Tornando all’Italia, sono incluse in pipeline per quest’anno altre dieci aperture partendo da Genova Fiumara.
“Ci siamo accorti, e questa è una osservazione che ha molto a che fare anche con lo sviluppo all’estero – osserva Porcu – che c’è spazio per un format come il nostro anche in location molto centrali, urbane, alle quali non guardavamo fino a poco tempo fa”. Inoltre, “negli ultimi mesi ho dato il via a cinque joint venture importanti: società in cui noi, come casa madre, partecipiamo insieme a partner che condividono i nostri valori e la nostra passione per il format. È questo il tipo di partnership che cerchiamo per crescere. L’altro grande passo, e qui parliamo di novità industriali, è l’acquisto di un ulteriore birrificio, su cui stiamo lavorando e che potrebbe concretizzarsi entro la prima metà del 2022”.
Si tratterebbe del terzo birrificio per il brand, che nella seconda metà del 2021 ha aperto le porte di uno stabilimento in Sardegna, nelle vicinanze di Iglesias, prevedendo un aumento della produzione di birra del 400% per sostenere lo sviluppo della rete dei locali su tutto il territorio nazionale con linee di confezionamento per fusti, bottiglie e lattine.