Gli obiettivi di Donnafugata? Aumentare l’export, consolidare la produzione vitivinicola in Sicilia e preparare l’uscita dei nuovi vini realizzati nell’area dell’Etna. Antonio Rallo, agronomo e amministratore dell’azienda, pur essendo molto impegnato sul fronte associativo come presidente di Unione Italiana Vini ed esponente delle principali realtà di aggregazione del vino siciliano (è consigliere di Assovini e presidente del Consorzio Sicilia Doc), mantiene dritta la barra della società fondata dal padre Giacomo, scomparso un anno fa, e oggi gestita assieme alla madre Gabriella e alla sorella Josè.
“Con le ultime acquisizioni concluse lo scorso anno, siamo ormai presenti in tutti i territori che possono rappresentare la biodiversità siciliana” spiega Rallo a Pambianco Wine. L’ultima operazione risale alla scorsa estate, quando Donnafugata si è aggiudicata all’asta le proprietà di Cantina Nuova Agricoltura a Pantelleria, dove già l’azienda della famiglia Rallo operava dal 1989 e dove viene prodotto uno dei suoi vini più famosi, il passito Ben Ryé. Con la vendemmia 2016, Donnafugata ha dato il via al progetto produttivo nella Sicilia orientale dei vini con denominazioni Etna, Cerasuolo e Frappato di Vittoria, realizzati in strutture di proprietà a Randazzo (15 ettari di terreno con cantina) e ad Acate (18 ettari). “Quest’anno – spiega Rallo – lanceremo nel mercato le prime bottiglie di Etna bianco e Cerasuolo di Vittoria, mentre per l’Etna rosso bisognerà attendere la fine del 2018 se non i primi mesi del ’19. Crediamo molto nelle denominazioni Vittoria ed Etna, perché si distinguono totalmente dalla produzione vinicola mondiale e anche da quella classica siciliana. Per noi, peraltro, l’Etna rappresenta un ritorno, poiché mio padre aveva lavorato tantissimo sul territorio per poi abbandonarlo 35 anni fa concentrandosi su Pantelleria, ma proprio lo scorso anno mio padre ed io, subito dopo Vinitaly, tornammo a visitarlo e decidemmo di riprendere la produzione in un territorio eroico, tra lava e terrazzamenti”.
Il 2016 di Donnafugata si è chiuso con 16,6 milioni di ricavi, in crescita dell’8% sul 2015. Gli incassi sono sbilanciati verso l’Italia, che genera tuttora il 70% del giro d’affari. “L’obiettivo è arrivare in tempo abbastanza brevi a un rapporto del 60% Italia contro il 40% estero – sottolinea Rallo – tenendo presente che già oggi vendiamo la metà del nostro vino nel centro-nord Italia mentre all’inizio della nostra attività, Milano rappresentava quasi una città da esportazione. Stiamo crescendo molto negli Usa e in estremo oriente. Quest’anno inseriremo qualche nuovo Paese di destinazione”.