La Commissione europea ha posto una dura condizione per la fusione tra i due colossi della birra, Ab Inbev e SabMiller. Dopo la cessione di Peroni e Grolsch ai giapponesi di Asahi, il neo costituito gruppo dovrà sostanzialmente dismettere tutte le proprie attività in Europa, liberandosi della polacca Tyskie, della romena Ursus e soprattutto del proprio fiore all’occhiello per tradizione di prodotto, la ceca Pilsner Urquell, che nel 1842 inventò la prima lager della storia.
Secondo la Commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, la decisione garantirà il rispetto della concorrenza, nell’interesse dei consumatori europei che spendono circa 125 miliardi di euro l’anno per acquistare birra. “Un rialzo dei prezzi, anche relativamente limitato, può provocare un danno considerevole ai consumatori per cui è molto importante assicurare che l’operazione non riduca la concorrenza sui mercati della birra in Europa”, ha dichiarato Vestager.
Con la fusione tra SabMiller e Ab Inbev, il nuovo gigante delle birre raddoppierà i quantitativi di prodotti immessi nel mercato e otterrà profitti quattro volte più elevati di Heineken, attuale numero tre mondiale, e dodici volte più di Carlsberg, quarto produttore globale. Per quanto riguarda l’Europa, la fusione comporterà nello specifico la nascita del terzo produttore di birra dietro Heineken, che si mantiene leader continentale, e Carlsberg.