A seguito di una recente ricerca storica, De Cecco cambia data di nascita e, di conseguenza, il claim sulle proprie confezioni. Da questo momento, l’azienda da circa 520 milioni di euro di fatturato riporterà la nuova data “dal 1831” al posto di quanto finora impresso “dal 1886”.
“Una accurata ricerca storica, giuridica, scientifica, archivistica – recita una nota diffusa dall’azienda di Fara San Martino – attesta che i De Cecco sono mugnai dal 1831 e poi pastai con vanto di continuità formale senza passaggi societari”. Il materiale storico-documentario riporta infatti che i De Cecco “sono stati panettieri in modo discontinuo dal 1801 al 1811; mugnai con continuità dal 1831 a tutt’oggi e poi pastai”.
L’attività di famiglia risulta iniziare nel 1811 quando Francesco, figlio di Filippo, inizia a gestire il forno comunale del Comune di Fara San Martino. La gestione passa poi al figlio Nicola Antonio che se ne occupa dal 1831 al 1870. Poi dal 1878 Filippo Giovanni e Alessandro entrano in possesso di un mulino di proprietà, base del futuro impianto industriale e dell’ascesa fino all’apertura delle sedi di Pescara e Ortona.
Oggi, i De Cecco sono a capo di una realtà da 519 milioni di euro nel 2021, in crescita sui 491 milioni di euro del 2020 e i 458,5 milioni del 2019. Scorrendo il bilancio consolidato, l’ebitda è stato di 52 milioni, in flessione sui 60 milioni precedenti ma superiore ai circa 50 milioni del 2019. L’utile netto si è attestato a quota 14,4 milioni, contro i 21 milioni del 2020 e i 13,7 di due anni fa.