Il cambio della guardia alla Casa Bianca sta portando buoni segnali nelle relazioni tra Usa e Unione Europea. Un esempio arriva dal versante dei dazi all’import introdotti da Washington nel 2019 e ora sospesi per quattro mesi. Una decisione che soddisfa i rappresentanti delle principali associazioni di produttori e dei consorzi di tutela delle tipicità italiane più colpite dal provvedimento.
“Finalmente una buona notizia e naturalmente si tratta di un primo passo” commenta Micaela Pallini, presidente del Gruppo Spiriti di Federvini, associazione che aveva vissuto in maniera contrastata l’applicazione del provvedimento: al sospiro di sollievo dei produttori italiani di vino, risparmiati dal dazio (al contrario dei loro colleghi francesi e spagnoli) si è accompagnata infatti la disperazione del mondo spirits, fortemente tassato e penalizzato. “Ci auguriamo davvero che questa tregua temporanea di 4 mesi possa trasformarsi in un accordo che superi la disputa Airbus–Boeing, sulla quale tra l’altro il nostro Paese non c’entra assolutamente nulla”, ha aggiunto Pallini. Durante l’applicazione dei dazi sui liquori e cordiali italiani, l’export italiano negli Stati Uniti, che negli ultimi anni aveva visto un crescente successo di vendite e consensi, è crollato del 40%, e i dazi sono inoltre arrivati quasi in contemporanea con l’esplodere della pandemia che ha fortemente depresso i consumi interni.
Dal consorzio di tutela del Grana Padano dop parlano già di un rimbalzo degli ordini. “I nostri partner commerciali negli Usa stanno già chiedendo più prodotto. Essendo inoltre un formaggio stagionato, il Grana Padano dop può essere stoccato negli Usa in modo da creare una riserva se, nell’eventualità che non ci auguriamo, dopo i 4 mesi di sospensiva si ritorni ai dazi”, ha affermato il direttore Stefano Berni. Sui formaggi italiani pesava infatti un dazio che ha fatto lievitare del 25% i costi in ingresso. Nei giorni scorsi, il consorzio aveva inviato alla Casa Bianca una forma di Grana Padano Riserva decorato con il tricolore e la Stars and stripes. La speranza di una nuova fase era tanta, anche se Berni ammette che: “Non ce lo aspettavamo in tempi così stretti per la diplomazia, ad appena quaranta giorni dall’insediamento. Siamo estremamente soddisfatti”.
Lo stesso stato d’animo si avverte nel consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano dop, prodotto particolarmente esposto nel mercato Usa, da cui dipende il 20% del suo export, e per cui il dazio aveva determinato un aumento del prezzo a scaffale dai 40 ai 45 dollari al chilo. “Siamo ottimisti per il futuro: ci auguriamo che l’amministrazione Biden metta fine a questo contenzioso commerciale che non è più sostenibile” ha commentato il presidente Nicola Bertinelli.
Sempre in ambito caseario, ecco la reazione del consorzio di tutela dell’Asiago dop. “Ringraziamo la Commissione Europea per questo importante traguardo – afferma il presidente Fiorenzo Rigoni – e ci auguriamo ora l’avvio di un costruttivo dialogo con l’amministrazione Biden”. Nel frattempo il consorzio porta avanti le iniziative promozionali in Asia. “Dopo l’entrata in vigore degli accordi Ue-Cina, il rinnovato clima di collaborazione con gli Usa e la fattiva tutela in Giappone degli ultimi anni, il rafforzamento della presenza di Asiago dop nei mercati asiatici si inserisce in una strategia complessiva di ampliamento dell’export in paesi dall’alto potenziale”, ribadisce il direttore Flavio Innocenzi.
La sospensione del dazio offre prospettive di recupero nel mercato americano da parte di tutti i produttori dei beni su cui gravava la misura. Ne è certa Lisa Ferrarini, ex presidente di Assica ed ex vice presidente di Confindustria, a capo del gruppo Ferrarini. “Dal nostro osservatorio – ha affermato – stiamo vedendo una buona vivacità nella richiesta dai nostri clienti negli Stati Uniti. Oltre ai consumi delle famiglie sta ripartendo la richiesta dal mondo della ristorazione, grazie ad una campagna vaccinale entrata nel vivo, dopo mesi di blocco totale”.