Il vino italiano brinda, per ora, al pericolo scampato. Per sei mesi, niente dazi all’import da parte statunitense sui prodotti inseriti nella lista dei potenziali obiettivi, emanata lo scorso ottobre. Oltre al vino, che ha negli Usa il suo primo mercato di destinazione per un controvalore di circa 1,75 miliardi di euro, l’elenco comprendeva l’olio extravergine di oliva e la pasta. “Tiriamo un sospiro di sollievo e prendiamo fiato almeno per 180 giorni”, commenta Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini.
Restano in vigore le misure già adottate per gli altri prodotti ovvero la tassa del 25% all’import per molti formaggi, tra cui compaiono Parmigiano Reggiano e Grana Padano, liquori, alcuni salumi e altri prodotti come succhi, agrumi e crostacei. E il conto inizia a pesare.
“Dall’entrata in vigore dei dazi, il fatturato nel mercato statunitense è diminuito in media del 35%” ha commentato Micaela Pallini, presidente del gruppo spiriti di Federvini. “Stiamo assistendo ad un progressivo calo della marginalità delle vendite, poiché le aziende si sono dovute far carico di riassorbire parte dei dazi senza incidere sul mercato, a discapito soprattutto delle imprese medio-piccole che costituiscono buona parte del tessuto produttivo”. Il settore nel complesso annovera circa 4.500 addetti coinvolti nelle strutture produttive e 228 mila occupati in maniera diretta ed indiretta.
Inoltre, sei mesi passeranno in fretta e poi il pericolo di una decisione avversa all’Italia in materia di vini si ripresenterà, perché la questione che ha spinto l’amministrazione Trump a scegliere la via dei dazi, dopo la sentenza del Wto sul caso Airbus, non è risolta. Per ora, gli Usa si sono limitati ad aumentare del 5%, portandoli dal 10 al 15%, i dazi sui velivoli Airbus importati dall’Europa. Le azioni diplomatiche hanno dato frutti. “Abbiamo scongiurato il rischio che le nostre eccellenze subissero danni irreparabili”, ha affermato in una nota la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.
Intanto, Unione Italiana Vini si appella alla Commissione Europea affinché “trovi un accordo nel brevissimo periodo con gli Stati Uniti per risolvere la questione Airbus – afferma il segretario generale Paolo Castelletti – ma chiediamo anche ai governi dell’Ue e degli Stati Uniti di costruire un’agenda positiva sul commercio, aprendo ulteriormente l’accesso ai rispettivi mercati per il settore vitivinicolo e rimuovendo tutte le tariffe sul vino, nella logica del principio zero for zero”.