“Florian non è solo un caffè, per noi è un luxury brand e come tale lo stiamo gestendo”, spiega a Pambianco Wine&Food il CEO Marco Paolini, che nel 2009 attraverso la società S.a.c.r.a. assieme ad altri investitori provenienti dalla moda, tra cui il presidente Andrea Formilli Fendi, ha acquisito uno dei più famosi caffè del mondo, locale-icona di piazza San Marco a Venezia. Oggi Florian conta 6 store in Oriente.
Dopo le tre aperture del 2015 a Suzhou, città cinese gemellata con Venezia, dopo il pop up store inaugurato a Shin Kong Place a Chongqing e la prima apertura a Taiwan nella capitale Taipei, la scorsa settimana è stato inaugurato a Taichung un nuovo locale a marchio Florian, il secondo di Taiwan, all’interno del luxury mall Mitsukoshi. Ed è proprio il big taiwanese Shin Kong Mitsukoshi il partner asiatico individuato per la costituzione di una joint venture che punta in prospettiva a nuove aperture, anche se Paolini nell’immediato mira a consolidare il business, forte di un giro d’affari 2017 da 8 milioni di euro in Italia, al quale si aggiunge l’internazionale che dall’1 giugno sarà gestito direttamente dalla sede di Taiwan. “A fine anno pensiamo di arrivare a 10 milioni in Italia portando a consolidato 1,5 milioni di euro per i primi sei mesi di Taiwan, che una volta entrata a regime dovrebbe garantirci 4 milioni nell’arco dei 12 mesi”, afferma Paolini.
E in prospettiva, più che a potenziare la Cina, Florian sembra interessato a entrare nel mercato giapponese considerato maturo e quindi adatto ai piani di sviluppo del brand. “Siamo una piccola azienda che ambisce a diventare grande, senza forzare. Non abbiamo progetti particolarmente aggressivi, non abbiamo il potenziale dei brand acquisiti da Prada o da Lvmh, pertanto eviteremo di fare passi non supportati da una organizzazione adeguata”. L’ebitda è consistente, pari a circa il 20% del fatturato annuo, e potrebbe essere anche più elevato se Florian non avesse a cuore lo sviluppo di attività strategiche e ad alto contenuto d’immagine come i lavori commissionati ad artisti contemporanei. Un esempio arriva proprio dall’esposizione in corso nello storico caffè veneziano per la Biennale di Architettura. Peraltro fu proprio ai tavoli del caffè di piazza San Marco che venne decisa, alla fine dell’Ottocento, l’istituzione della prima Biennale d’Arte.
“Consideriamo Florian una delle grandi eccellenze italiane e vogliamo farla crescere secondo i nostri canoni. Esistono contatti con gli Stati Uniti, con Londra e con Parigi, ma non è nostra intenzione avviare formule tipo franchising, inadeguate alle caratteristiche di un luxury brand”, conclude Paolini.