Caviro ha archiviato l’esercizio 2022-2023 in linea con i risultati precedenti (+1,44 per cento). In chiusura di bilancio, al 31 agosto 2023, i ricavi hanno registrato 423 milioni di euro contro i 417 milioni del periodo 2021-2022, di cui circa il 60% generato dal comparto vino.
Questi risultati, fa sapere il gruppo romagnolo, “sono stati trainati dal buon andamento di Caviro Extra“, la società con sede a Faenza che concretizza l’economia circolare del gruppo, e dell’export – guidato dal mercato Uk – che rappresenta 143 milioni di euro di fatturato (+16% sull’anno precedente), dei quali oltre 103 milioni provenienti dal settore vino.
In calo ebitda e patrimonio finanziario netto, che hanno rispettivamente segnato 33,2 milioni (contro i 36,2 milioni del 2021-2022) e 74,3 milioni di euro (contro i 136 milioni di euro). “Nonostante gli eventi straordinari vissuti nell’ultimo anno – commenta il presidente Carlo Dalmonte -, mi riferisco all’incendio che ha coinvolto il sito di Faenza e alla grave alluvione che ha colpito il territorio, il gruppo ha raggiunto risultati positivi e confermato la propria solidità”.
Caviro investe nell’innovazione con la messa a terra di progetti legati ai contratti di sviluppo, tra cui gli investimenti tecnici sul nuovo magazzino automatico presso la Cantina di Forlì e l’avvio di una fase di ridefinizione post incendio nella sede di Faenza, dove Caviro Extra ottiene i prodotti nobili, l’energia e i fertilizzanti a partire dai sottoprodotti della vinificazione.
“Servono fiducia e determinazione per affrontare un contesto nazionale molto complesso, legato a fattori di mercato esogeni quali inflazione, calo dei consumi e produzione ridotta con punte di oltre il 50% in alcune regioni della nostra filiera”, ha aggiunto Dalmonte. “La prospettiva sarà ancora più complessa con effetti riverberati sul nuovo esercizio. Ma il gruppo è impegnato ad affrontare le sfide che l’anno ci ha presentato mettendo come sempre al primo posto la valorizzazione del lavoro dei propri soci”.