Cresce il fatturato, ma con lui anche i costi e le perdite della Felix srl, la società che controlla il Ristorante Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano aperto nel 2018 (location per la quale l’affitto oltrepassa il milione di euro). Negli scorsi giorni è stato infatti depositato il bilancio relativo alla società che, a sua volta, è interamente controllata dalla Cracco Investimenti di cui lo stesso Carlo Cracco è amministratore unico.
A fronte un valore della produzione salito a quota 4,3 milioni di euro dai 3,3 del 2021, e ricavi in crescita a 3,4 milioni, contro i 2,3 milioni del 2021, il ristorante, 1 stella Michelin, ha visto un aumento dei costi della produzione, saliti a 4,8 milioni (4 milioni nel 2021).
L’ebitda si è attestato a 197 milioni (-17 milioni nel 2021), pari al 4,5% sul fatturato, mentre la perdita è stata pari a 410mila euro, in lieve diminuzione sui -525mila euro dell’anno precedente. Guardando agli anni precedenti, si leggono perdite per 1,48 milioni nel 2020, 718mila euro nel 2019 e 483mila euro nel 2018. I debiti complessivi della Felix ammontano invece a 7,3 milioni, di cui 3,1 milioni verso fornitori e 3,8 milioni verso banche. La posizione finanziaria netta è di 3,3 milioni, contro i 4,5 del 2021.
I conti della società del noto chef e volto televisivo riaccendono i riflettori sulla crisi della ristorazione su cui Pambianco Wine&Food ha dedicato un approfondimento nel magazine di aprile/maggio. Negli scorsi mesi, per esempio, il Noma di Copenaghen (tre stelle Michelin) ha annunciato un cambio di passo a causa della poca sostenibilità economica dell’alta ristorazione. Allo stesso modo, anche il St. Hubertus di Niederkofler subirà un cambiamento e riaprirà, dopo un periodo di chiusura, con meno coperti e con “una formula più esclusiva”.