Il Consorzio Tutela Vini del Valpolicella ha presentato la candidatura all’Unesco per far riconoscere come patrimonio dell’umanità la tecnica della messa a riposo delle uve dell’Amarone. Una decisione che conferma un anno positivo per il consorzio, il quale ha chiuso il 2022 con +7% a volume rispetto alla media degli ultimi cinque anni, contando 67 milioni di bottiglie in totale, di cui 17 milioni solo di Amarone. Il giro d’affari del consorzio si attesa sui 600 milioni di euro, con 2.250 soci, compresi agricoltori e vinificatori, e 328 imbottigliatori.
Nel 2022 a spingere la crescita a valore sono stati in primis gli Stati Uniti “con un aumento del 24%, seguiti da Canada e Svezia a +6 per cento”, ha dichiarato il presidente del consorzio Christian Marchesini a Pambianco Wine&Food. “Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla crescita del mercato cinese, che nonostante le chiusure per via della pandemia, ha segnato +7 per cento. Al contrario in Germania abbiamo registrato una flessione del 15% poiché il trend di consumo del vino rosso sembra in riduzione rispetto al bianco”.
Nel 2022 sia i costi dei materiali secchi, ma soprattutto i costi delle uve e, di conseguenza del vino sfuso, “sono aumentati in modo considerevole, le uve almeno del 10%, lo sfuso dell’Amarone quasi anche al 30 per cento”.
“Per il 2023 ci concentreremo su attività di promozione e sulla riapertura dei mercati asiatici”, continua il Presidente. “I nostri vini si adattano alla cultura gastronomica cinese. Basti pensare che siamo cresciuti del 7% quando la Cina era chiusa, quindi la recente riapertura del Paese ci fa ben sperare. Poi stiamo portando avanti, dall’anno scorso, il progetto Valpolicella Superiore, che rappresenta solo quattro milioni di bottiglie, quindi una nicchia, e vorremmo rimanesse così di esclusiva distribuzione sull’Horeca. Stiamo facendo un lavoro di segmentazione dei prodotti della Valpolicella per creare netta separazione tra ogni tipologia di prodotto, in modo che il consumatore non si confonda tra Valpolicella Superiore e Ripasso, ad esempio”.
La sfida principale per il Consorzio rimane il “cambiamento climatico, anche se siamo fortunati perché il 70% delle vigne del Valpolicella è a pergola, quindi hanno una copertura di fogliame che permette di salvaguardare i grappoli dal troppo calore. Dall’altra parte, tuttavia, non abbiamo mai avuto vendemmie così anticipate come quella del 2022 e le conseguenze possono essere negative”, conclude il Presidente. “Un altro problema per noi rilevante è anche la tutela dei nostri marchi, poiché ogni anno paghiamo circa 200mila euro per difenderli da storpiature e copiature in giro per il mondo, dove le azioni legali hanno un costo molto elevato. Vorremmo che l’Unione Europea ci supportasse nel difendere il made in Italy”.