La Russia è stato il mercato rivelazione del 2017 per il vino italiano. Secondo i dati elaborati per Pambianco Wine&Food da Wine Monitor di Nomisma, le aziende vitivinicole italiane hanno aumentato l’export verso Mosca di quasi il 35%, ottenendo un valore complessivo che ha sfiorato i 255 milioni di euro. La crescita italiana è stata superiore a quella francese (+31%) e spagnola (+20%), rafforzando la nostra leadership nella principale repubblica ex sovietica. Alla ripartenza dell’export in Russia è dedicato un approfondimento sul numero 1 di Pambianco Wine&Food Magazine, con interviste ad alcuni dei principali esportatori.
Eppure la crisi del periodo 2014-16 non è del tutto archiviata e le conseguenze continuano a pesare in termini di scelta dei vini. “Ora il consumatore sta acquistando principalmente vini in una fascia di prezzo bassa – afferma Elena Pas, importatrice russa in area San Pietroburgo – e inoltre c’è una tendenza a ricercare la qualità nel vino non solo italiano”. D’altro lato, sottolinea l’importatrice, sta anche aumentando la consapevolezza dei consumatori e la cultura del prodotto. “Oggi la gente chiede più informazioni sui vitigni e sui terroir. Si aprono wineshop in aree remote, lontane dalle grandi città, e per me è un miracolo perché 5 anni fa, in quelle stesse zone, nessuno conosceva nulla di vino. È un ottimo trend e spero si rafforzi nei prossimi 10 anni, anche se non ci sono mai sicurezze in termini di stabilità del mercato”.