Conte di Collalto sbarca a Milano attraverso una partnership siglata con il gruppo Hcs Italia, operante nell’hotellerie, che ha dato come primo risultato l‘apertura di un dehor per la degustazione dei propri vini allestito all’esterno dell’Hotel De La Ville in via Hoepli 6, zona Duomo. L’azienda trevigiana da 4,7 milioni di ricavi e 850 mila bottiglie prodotte, di cui 550 mila della tipologia Prosecco Superiore docg (di cui Collalto è il primo player territoriale per estensione) ha messo piede in quella che la principessa Isabella Collalto de Croÿ, proprietaria della tenuta, definisce “Una piazza fondamentale nella capitale economica, finanziaria e culturale d’Italia. Non essere qui avrebbe significato perdere un’occasione”. Lo spazio è stato inaugurato martedì 19 settembre con una degustazione dei vini prodotti dall’azienda di Susegana, tra cui gli Incroci Manzoni, frutto delle impollinazioni di vitigni diversi condotte poco meno di cent’anni fa dal professor Luigi Manzoni (che fu preside dell’istituto di Viticoltura ed Enologia di Conegliano), di cui Collalto è l’unica realtà che continua a produrre tutte le quattro versioni. L’evento milanese è stata l’occasione per confermare un piano di espansione che Collalto gestirà come azienda indipendente, dopo un tentativo non andato in porto di alleanza con il gruppo Masi Agricola. È la stessa Isabella Collalto a confermare i rumors circolati nell’ultimo anno. “È stata – spiega a Pambianco Wine – una valutazione reciproca sull’opportunità di creare una partnership. Ho molta ammirazione per il dottor Sandro Boscaini e per Masi, grande azienda, e sarebbe stato lusinghiero arrivare a concludere una simile operazione (simile a quella che Masi ha effettuato in passato con Bossi Fedrigotti e Serego Alighieri, ndr), ma non ci siamo accordati”.
Per quale ragione?
Nella vita ci si può fidanzare per poi, a un certo punto, comprendere che non siamo fatti l’uno per l’altra. Nel nostro caso, siamo arrivati alla convinzione che sarebbe stato meglio proseguire per strade diverse. Penso che Collalto, avendo a disposizione una giovane generazione che in tempi non troppo lunghi mi succederà, potrà crescere rimanendo un’azienda a gestione familiare. Ci sono tutti quegli elementi che ci consentono di proseguire per conto nostro.
Avete in agenda eventuali acquisizioni?
La nostra attenzione è legata alla qualità, non alle quantità o alle estensioni di superficie. In passato, quando se ne è presentata l’occasione, abbiamo comprato terreni confinanti con la proprietà, scelta coerente con l’obiettivo di contenere i tempi tra la vendemmia e l’ingresso delle uve in cantina. Diversamente non credo che avremmo concluso operazioni simili: non vogliamo aumentare gli ettari di vigneto, quanto piuttosto selezionare le uve per progetti mirati a particolari livelli qualitativi, oltre naturalmente a implementare la sostenibilità etica e ambientale della nostra attività.
L’operazione con Hcs per l’Hotel De La Ville avrà un seguito?
È un inizio, che non esclude altre future ipotesi di collaborazione. Penso che da questa unione di eccellenze possano esserci ulteriori sviluppi e qualcosa lo abbiamo già accennato con loro.
Si tratta della seconda operazione retail, dopo l’apertura del Wine Shop inaugurato a gennaio. Un primo bilancio?
Il 75% del nostro fatturato dipende dal canale horeca e il restante 25%…. dalla vendita diretta! Questo dato è rappresentativo da un lato del legame tra Collalto e il suo territorio, che conosce i nostri vini e la serietà delle persone che vi lavorano, e dall’altro del richiamo che ha assunto il turismo del vino nel Veneto. In futuro vorremmo incentivare l’offerta turistica creando un vero e proprio percorso di visita dei vigneti in bicicletta, trasformando uno dei nostri casolari in un punto di accoglienza con ristoro. Nel frattempo, oltre al territorio in cui operiamo, cercheremo di rafforzare la nostra presenza nelle principali metropoli mondiali.