Brand Finance, società di consulenza inglese per la valutazione del brand e di altri asset intangibili, ha pubblicato, come ogni anno, la classifica dei brand che producono maggiore valore economico. Nell’ambito Food, la top 100 del 2022 vede la presenza stabile di cinque nomi italiani che, però, hanno registrato – quasi tutti – una scivolata.
Il primo nome tricolore che si incontra in classifica è quello di Barilla che, dal 13esimo posto del 2021, è passato al 14esimo con un valore di 3,8 miliardi (circa 3,8 miliardi di euro). Segue Kinder, passata dalla 18esima alla 23esima posizione con 2,9 miliardi di dollari; Nutella, dalla 37esima alla 46esima, con 2 miliardi; e Ferrero Rocher, passata dal 42esimo al 50esimo posto con 1,7 miliardi.
Unico nome italiano stabile è quello di Amadori, fermo alla 96 esima posizione con 800 milioni di dollari.
“Vista l’estrema popolarità del cibo italiano, che dalle analisi di Brand Finance risulta il più amato al mondo anche quest’anno, solo cinque brand alimentari italiani sui 100 della classifica sono indubbiamente pochi”, ha commentato Massimo Pizzo, managing director Italia di Brand Finance. “Anche il 4,4% del peso in relazione al valore complessivo di tutte le marche in classifica, risulta al di sotto delle aspettative”.
“Le aziende alimentari italiane per crescere – prosegue Pizzo – dovrebbero differenziarsi maggiormente tra loro con posizionamenti più marcati, innovando e identificando una forte motivazione all’acquisto della marca rispetto all’altra. In questo periodo tutti brand si stanno impegnando sulla sostenibilità, una causa sicuramente nobile, ma ancora una volta poco differenziante se condotta in maniera generica senza attente analisi che consentano di identificare un posizionamento attraente”.
Si riconferma in prima posizione Nestlé con 20,8 miliardi di dollari.
Nella classifica dei drink non alcolici, sono state confermate le prime tre posizioni con Coca Cola in pole-position (35,4 miliardi di dollari, +7%), seguita da Pepsi (20,7 miliardi, +12%) e Red Bull (6,9 miliardi, -15 per cento). Il primo italiano in classifica è Lavazza, stabile al 14esimo posto.