L’import cinese di vino imbottigliato è quadruplicato negli ultimi sei anni. Secondo l’analisi condotta da Decanter China sulla base dei dati doganali, nel 2015 sono stati importati da Pechino circa 395 milioni di litri in bottiglia contro meno di 100 milioni nel 2009, per un aumento che soltanto nell’ultimo anno ha raggiunto il +37%, la percentuale più alta dopo quella del 2011. Lo stesso tasso di crescita riguarda il valore, che sfiora ormai i due miliardi di dollari Usa, a indicare che il prezzo medio tra 2015 e ’14 risulta invariato. A trionfare è ancora una volta la Francia, che con il +40% rafforza la leadership in valore, per un totale di 863 milioni di dollari esportati, quasi il doppio dell’Australia che, pur mettendo a segno un incremento maggiore (+77%), si ferma a 439 milioni di dollari. L’ottimo momento dei produttori extra Ue è confermato dal risultato del Cile, che mantiene il terzo posto con 170 milioni per un progresso del 36,5%. Al quarto posto la Spagna, che cresce più in quantità (+55%) che in valore (+16,6%), sacrificando il prezzo medio delle proprie bottiglie, esportate a un valore medio di circa due dollari l’una. L’Italia chiude il 2015 con una performance in chiaroscuro, confermando la quinta posizione tra gli esportatori ma cedendo un 17,9% nel prezzo medio, per una crescita limitata all’1,44% con un giro d’affari di poco superiore agli 82 milioni, un decimo di quanto incassato dai concorrenti francesi. Anno negativo per gli Stati Uniti, che perdono il 20% del loro export ma mantengono per ora il sesto posto, tallonati dal Sudafrica protagonista di un eccellente +78 percento. In prospettiva, gli esperti di commercio internazionale interpellati da Decanter China avvertono che il mercato del vino non fa eccezione e soffrirà, al pari di altri prodotti che la Cina importa, per effetto dello slow-down economico del gigante d’oriente.