Coprire l’Italia con una decina di ristoranti e aprire all’estero tra Oriente e Stati Uniti. È questa la roadmap di Sophia Loren Restaurant, il format di ristorazione lanciato nel 2021 a Firenze che oggi conta location anche a Milano (aperta nel 2022), Bari e Roma (entrambe del 2023). La capitale è l’ultima città protagonista dell’espansione del brand e ha visto il primo opening all’interno di un aeroporto, quello di FIumicino, realizzato in collaborazione con Autogrill.
“Siamo stati scelti perché possiamo offrire un posizionamento diverso nel mondo travel in quanto siamo su una fascia di prezzo accessibile ma di qualità, anche dal punto di vista di servizio”, racconta a Pambianco Wine&Food Gianluigi Cimmino, amministratore delegato di Yamamay e Carpisa e socio e proprietario di Sophia Loren Restaurant. Il ristorante si sviluppa lungo una superficie di 265 mq, ospita 140 coperti e un corner dedicato alle ostriche fresche, ovvero l’Ostricaro Fisico, cavallo di battaglia anche degli altri ristoranti a insegna Sophia Loren. Questa apertura “è sicuramente strategica per noi perché l’aeroporto rappresenta un veicolo importante per il nostro futuro sviluppo internazionale”.
Dream Food, società che controlla Sophia Loren Restaurant, conta infatti di dare il via allo sviluppo estero a partire dal prossimo anno. “Riceviamo le richieste più pressanti dagli Emirati, mentre a Hong Kong siamo già in trattativa per la selezione di una location. Gli Stati Uniti sarebbero poi perfetti per il nostro format”.
L’Italia rimane comunque una geografia cardine per il brand di ristorazione. All’appello mancano infatti le città di Napoli – “che guardiamo con attenzione e dove vorremmo trovare una location fortemente evocativa”- , Roma e Venezia”. L’idea è coprire l’Italia con una decina di location, e infatti un’altra è in arrivo entro l’anno. “Sviluppare il mercato italiano è importante sia per mettere a punto il format – di cui vogliamo avere una versione base che si sviluppi con contaminazioni locali, in primis per ciò che riguarda la materia prima – sia per formare una squadra che sia in grado di esportare il modello all’estero”.
Ogni ristorante occupa 50 dipendenti tra sala e cucina, all’interno della quale vengono realizzati tutti i prodotti serviti nel ristorante, tra cui dolci e panificati. Proprio per supportare al meglio il personale, l’azienda vuole creare un’academy. “A livello di formazione – spiega Cimmino – stiamo cercando di portare l’esperienza del fashion nella ristorazione. L’idea è avere una scuola per pizzaioli, cuochi e personale di sala. Si tratta di un progetto in divenire, ad ora abbiamo già diverse figure che fanno formazione. Inoltre, vorremmo creare dei centri di produzione e servizi che siano in grado di supportare i nostri ristoranti”.
Alle aperture dirette finora descritte, si aggiungeranno, nel 2024, quelle in franchising, modello già sperimentato a Bari. Qui, a differenza degli altri locali, il ristorante non è nel centro città ma all’interno di un centro sportivo situato in un quartiere residenziale, nell’ottica, già precedentemente descritta, “di provare il format in contesti diversi per poi mettere a punto quello ideale”.
Nel frattempo, Sophia Loren Restaurant è in crescita del 30% sul 2022, anno chiuso con oltre 5 milioni di euro di fatturato. “L’obiettivo minimo di fatturato per i nostri ristoranti è fare tra i 3-4 milioni di fatturato”, conclude Cimmino.