Saranno circa tremila gli espositori che da lunedì esporranno a Cibus, evento biennale del food made in Italy di scena a Parma fino a giovedì 12 maggio su un’area di 130 mila metri quadrati. L’organizzazione attende 70 mila visitatori, di cui 15 mila dall’estero e duemila top buyer, frutto dell’operazione di incoming avviata con un investimento di tre milioni di euro grazie anche al contributo del governo, tramite Ice, nel quadro di programma promozionale del made in Italy agroalimentare The Extraordinary Italian Taste. In contemporanea con la diciottesima edizione della fiera si terranno il World Food Research and Innovation Forum e l’assemblea annuale di Federalimentare, oltre a una serie di incontri e forum dedicati alla grande distribuzione organizzata, al canale horeca e agli aspetti della salute nel cibo. Quest’ultimo aspetto sarà al centro dell’edizione 2016 di Pianeta Nutrizione, che si terrà il 12 maggio e sarà dedicata alle tematiche del gluten sensitivity e dei grassi negli alimenti. Tra le novità in fiera, spiccano le sezioni dedicate ai prodotti freschi e freschissimi, all’ittico e agli alimenti certificati Halal e Kosher. Per quanto riguarda le innovazioni di prodotto, la tendenza sembra confermare una particolare attenzione verso bio, gluten free, cibi vegani e verso un packaging ecocompatibile.
“Cibus – afferma in una nota il presidente di Fiere di Parma, Gian Domenico Auricchio – è una fiera in continua crescita per il volume d’affari che genera, per notorietà internazionale ed anche come numeri: gli espositori aumentano dell’11% rispetto alla precedente edizione e i metri quadrati lordi d’esposizione dell’8 percento”.
Il settore agroalimentare giunge al suo più importante appuntamento biennale forte di un buon risultato in termini di export, salito a 37 miliardi di euro, a cui però fa da contrappeso il calo produttivo generale dello 0,6%, confermato anche per il mese di gennaio 2016, per effetto della crisi di alcune specializzazioni, tra cui spicca quella del comparto zootecnico. L’obiettivo fissato dal governo prevede il raggiungimento dei 50 miliardi di euro entro il 2020 e il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, ritiene che sia alla portata del settore. “In termini qualitativi, di valore aggiunto e conseguentemente di prezzi riconosciuti ai nostri prodotti sui mercati internazionali, l’esportazione agroalimentare italiana non ha concorrenti” afferma Scordamaglia.