Fatturato in linea con quello degli ultimi anni e grande attenzione alla valorizzazione dei vini delle cinque tenute di proprietà. Nell’anno del suo 130esimo anniversario, la famiglia Cecchi ha deciso di proseguire lungo il percorso di studio e sperimentazione che sta portando avanti da molti anni, concentrandosi in particolare sulla valorizzazione del sangiovese e su un approccio sempre sostenibile.
Se i vini a marchio Cecchi hanno sempre rappresentato il polmone finanziario dell’azienda, valorizzando lo storico lavoro da négociant iniziato da Luigi Cecchi nel 1893, parallelamente si sviluppa l’attività delle cinque tenute agricole della famiglia, a partire da Villa Cerna, acquisita a Castellina in Chianti nel 1962. A questa si è aggiunta Val delle Rose in Maremma nel 1996, Tenuta Alzatura a Montefalco in Umbria alla fine degli anni ’90, Villa Rosa, sempre a Castellina in Chianti nel 2015 e infine Tenuta di Montalcino accanto all’abbazia di Sant’Antimo nel 2018. Se due tenute (Val delle Rose e Tenuta Alzatura) sono 100% organic, quelle del Chianti Classico (Villa Cerna e Villa Rosa) sono attualmente certificate dal marchio Agriqualità e in conversione al biologico e con certificazione Equalitas.
“Il fatturato è stabile intorno ai 41 milioni di euro per quanto riguarda i vini a marchio Cecchi”, spiega Andrea Cecchi, quarta generazione alla guida dell’azienda. “A questo poi bisogna aggiungere quello delle tenute che si aggira intorno a 5 milioni di euro”. Tra le attività della famiglia vi è anche quella denominata ‘Famiglia Cecchi Distribution (Fdc)’, partita nel 2011, che consiste nella distribuzione di etichette di altre aziende, sia italiane sia estere, a carattere famigliare e ritenute affini alla casa madre per attenzione alla qualità e prestigio dei marchi. “È un’attività che ci consente di creare una grande sinergia con la nostra forza vendita e che ci permette di lavorare con agenzie molto strutturate e organizzate del territorio italiano”.
L’export vale circa il 50% e tocca più di 65 Paesi nel mondo. “Siamo presenti ovunque – continua Andrea Cecchi –, a partire da mercati molto consolidati come Usa e Canada, e poi i Paesi Scandinavi, mercato che cresce molto bene, così come quello di Brasile e Messico. Stiamo soffrendo, invece, a causa della attuale congiuntura economica in Germania”.
Se i vini a marchio Cecchi vedono il loro sbocco principale nella Gdo in Italia, con linee appositamente dedicate, circa il 25% del totale è rappresentato dal canale Horeca, dove trovano spazio soprattutto i vini delle cinque tenute. “Dopo tanti anni di sperimentazione e crescita fuori dal Chianti Classico, l’acquisizione di Villa Rosa, sempre a Castellina in Chianti, ha rappresentato per noi un ritorno alle radici e la volontà, quando nacque la tipologia Gran Selezione, di trovare un terroir perfetto per esaltare le caratteristiche del sangiovese in purezza”.
Grande attenzione, naturalmente, viene riservata in questi anni ai cambiamenti climatici in atto, che stanno modificando radicalmente l’approccio in vigna. “Stiamo ripristinando laghetti artificiali all’interno delle tenute, in Maremma abbiamo creato un invaso: bisogna porre grande attenzione alla potatura verde per evitare bruciature e scegliere i portainnesti giusti che vadano in profondità nel terreno”, conclude Cecchi.