Cavit marcia a ritmo spedito e chiude l’esercizio 2020/2021 con un fatturato di 271 milioni di euro, a +29% su quanto maturato nei dodici mesi precedenti. Una performance che, come ha spiegato il direttore generale Enrico Zanoni, “comprende sia una parte di crescita organica, sia il consolidamento per tutti e dodici i mesi delle acquisizioni realizzate nel 2019”. Operazioni che hanno portato in seno al gruppo: Cesarini Sforza, Casa Girelli, Glv (all’80%) e la tedesca Kessler Sekt controllata al 50,1 per cento.
Per il presidente Lorenzo Libera, rieletto per il prossimo triennio, “questo risultato è fonte di grande soddisfazione perché, nonostante il non essere ancora usciti da una situazione difficile abbiamo conseguito dati in controtendenza rispetto a quanto previsto, ha di fatto premiato le nostre impostazioni strategiche”. Non solo, perché per la cooperativa trentina, che conta su undici cantine e oltre 5mila viticoltori associati, ha raccolto numeri positivi sia in termini di risultato netto che di posizione finanziaria netta. Con i primi che toccano i 5milioni di euro, erano 3,4milioni nell’esercizio precedente, mentre i secondi, a 38,3milioni (14,8 milioni nel 19/20), sono tornati ai livelli di pre-acquisizioni.
Per quanto riguarda il mercato, Cavit ha potuto contare sul buon momento offerto dagli spumanti e dai marchi storici, ma soprattutto, ha sottolineato Zanoni, “ha premiato la grande diversificazione della nostra offerta”. Così, mentre la Gdo ha compensato la criticità dell’horeca, le esportazioni hanno concretizzato il 75% dei ricavi (80% per la sola Cavit) grazie alle ottime risposte di Stati uniti e Canada, +25%, e ai buoni risultati dei mercati europei, in grado di sopperire le flessioni di Cina e, per colpa dei disagi provocati dalla Brexit, del Regno unito.
Guardando all’interno del gruppo, invece, e “segnando in particolare ottimi risultati con il vino Müller Thurgau”, come si legge nella nota di bilancio, le bollicine premium di Altemasi Trento Doc hanno segnato un corposo +27%, mentre Cesarini Sforza ha registrato un fatturato di 5,7 milioni di euro per una crescita complessiva del 30%, con la tedesca Kessler Sekt & Co Kg, che nonostante la flessione del canale horeca, è rimasta stabile a circa 9,5 milioni di euro. Per quanto riguarda il futuro, come ha spiegato Zanoni: “Tutto è ancora in divenire, una decina di giorni fa potevamo intravedere una tendenza che pareva portarci in una situazione pre-Covid, oggi invece le cose sembrano andare in un’altra direzione, per questo non possiamo fare altro che aspettare”.