“Dalla vigna alla vigna”. È questo il cuore dell’ultimo progetto del gruppo vinicolo Caviro, che punta a valorizzare gli scarti alimentari per creare un fertilizzante ‘fai da te’. All’interno dello stabilimento di Faenza di Caviro Extra, società controllata che valorizza i sottoprodotti della produzione trasformandoli in prodotti nobili, alcol ed energia, è stato inaugurato un impianto produttivo dedicato a una nuova tipologia di fertilizzante naturale: l’Ammendante Compostato da scarti della Filiera Agroalimentare (Acfa).
Rispetto ai concimi chimici, questo ha un costo contenuto e fornisce un apporto di sostanza organica e nutrienti ai terreni. L’impianto, frutto di un investimento di circa 8,5 milioni di euro, ha una capacità produttiva di circa 50mila tonnellate/annue ed è di proprietà di Enomondo, società partecipata da Caviro Extra e Herambiente. Per il 2022 si stimano possano uscire dallo stabilimento faentino complessivamente oltre 130mila tonnellate di prodotti fertilizzanti destinati all’agricoltura.
Le prove in campo mostrano che, se utilizzato nel lungo periodo, l’Acfa consente una riduzione di fertilizzante chimico anche del 50 per cento. “Questo nuovo impianto offre un ulteriore servizio agli agricoltori e ai soci del Gruppo Caviro”, spiega Sergio Celotti, AD di Enomondo. “In un contesto mondiale di aumento considerevole dei prezzi dei fertilizzanti e di scarsa disponibilità degli stessi, mettiamo a disposizione un prodotto naturale, a basso costo, ottenuto dagli scarti della filiera agroalimentare. È un processo che perfeziona la nostra economia circolare, perché restituisce valore alla terra e alla vigna”.
Questa mossa segna un altro passo avanti per il percorso sostenibile che il gruppo Caviro sta portando avanti, ormai marciando spedito. Infatti, la realtà da 390 milioni di fatturato, di cui un terzo generato da Caviro Extra e circa una cinquantina dal settore energia e
depurazione, ha presentato qualche settimana fa la terza edizione del suo bilancio di sostenibilità, registrando, tra i fattori più rilevanti, una produzione di 88,6 milioni di Kwh di energia elettrica da fonti non fossili.