Il 2020 sarà ricordato come l’anno delle mascherine e dell’alcol igienizzante. Ed è proprio la produzione di quest’ultimo ad aver contribuito alla crescita dei ricavi di Caviro, la più grande cooperativa vitivinicola d’Italia, che ha archiviato l’esercizio 2019/20 con 362 milioni di fatturato (+10%). Ma non è soltanto il buon andamento di Caviro Extra, la società controllata che si occupa della produzione di alcol, mosti e acido tartarico, ad aver determinato il risultato del gruppo forlivese. A trainare le performance sono state anche le vendite del vino, in grande distribuzione e all’estero per la vendita al consumer.
Il bilancio approvato dai soci della società cooperativa romagnola evidenzia un ebitda di 27 milioni di euro, con un’incidenza del 7,4% sul fatturato, mentre l’utile di esercizio è di 4,4 milioni di euro. Il patrimonio netto registra 89,2 milioni di euro, la posizione finanziaria netta passa da 53,6 milioni di euro a circa 51,2 milioni di euro, grazie alla riduzione del circolante operativo. La composizione dei ricavi del gruppo è così suddivisa: vino 69%; alcol mosti e acido tartarico 21%; energia e ambiente 10%. Gli investimenti ammontano a 24,5 milioni di euro.
L’assemblea ha inoltre confermato Carlo Dalmonte alla presidenza per altri tre anni. “Lo scenario macroeconomico nazionale e internazionale è stato fortemente condizionato dalla pandemia. Le società e le attività del nostro Gruppo hanno subìto in forma diversa gli effetti dell’emergenza: se da un lato abbiamo dovuto prendere atto del rallentamento del mercato del vino nel canale horeca, dall’altro abbiamo constatato l’incremento e le ottime performances di quelle indirizzate alla gdo, all’export, alla produzione di igienizzanti e ai servizi per la filiera agroindustriale”, ha commentato Dalmonte.
Caviro evidenzia comunque la capacità di adattamento alla nuova situazione, specie per il potenziamento della produzione di alcol igienizzante, dando vita a un liquido detergente e igienizzate con formulazione specifica per le mani: un prodotto ottenuto dai sottoprodotti della filiera vitivinicola e agroalimentare. Quanto al consumo di vino in casa, Caviro ha confermato la propria posizione al vertice per quota di mercato a volume e a valore, registrando una crescita significativa specialmente nelle vendite dello storico marchio in brik Tavernello, cresciuto del 4,2% rispetto all’anno precedente, attestandosi su una quota di mercato pari al 35,1% del segmento brik. L’export, che genera il 28% dei ricavi totali, è aumentato del 18% nel mondo del vino b2c.
In prospettiva, Caviro aumenterà gli investimenti in sostenibilità ed economia circolare. “Lo scopo – ha affermato il dg SimonPietro Felice – è far comprendere a tutti i clienti delle nostre aziende che Caviro non è solo un’azienda solida e affidabile ma anche, e soprattutto, una realtà etica e virtuosa, il cui modello d’impresa si dimostra vincente, capace di generare valore reale e condiviso: per le persone, per il territorio, per il pianeta”.